Primo Programma Pubblico, La Gioia non ha dualità 1983-06-16
Current language: Italian, list all talks in: Italian
(03/2020 SOTTOTITOLI, traduzione verificata) S H R I M A T A J I N I R M A L A D E V I “La Gioia non ha dualità” Primo Programma Pubblico Société d'Encouragement pour l'Industrie Nationale, Parigi (Francia), 16 Giugno 1983
Mi inchino a tutti i ricercatori della verità.
Sin dall’antichità l’uomo ha cercato la verità. Ha provato a cercare la verità in varie forme di felicità per poi scartarle ripetutamente, perché scopriva che quella felicità non era duratura.
Per un breve periodo si sentiva felice per qualcosa, per poi scoprire che anche quello gli procurava grande infelicità.
Come una signora che piangeva e si lamentava perché non aveva figli, finché non ebbe un figlio che poi la rinnegò.
Allora gli esseri umani iniziarono a cercare la felicità nel potere, nel potere su altri uomini, su altri paesi, ma anche così non erano molto soddisfatti. I figli iniziarono a sentirsi colpevoli per le azioni dei loro progenitori.
Poi il movimento di questa ricerca iniziò ad orientarsi verso qualcosa di più sottile, nel campo dell’arte e nella musica.
(Ma) anche questo aveva dei limiti. Non poteva dare una gioia permanente alle persone.
È stato promesso che un giorno avreste dovuto avere tutti questa gioia perenne. E allora si iniziò a mettere in discussione tutti coloro che avevano predetto e promesso l’avvento di quel giorno.
Moltissimi arrivarono alla conclusione che non esiste niente di simile alla gioia e che la vita è sempre sui due versanti delle onde (salita e discesa, ndt). Pensavano che, come due facce di una stessa moneta, la felicità andasse sempre di pari passo con l’infelicità, come il giorno e la notte.
Nonostante tutte queste conclusioni gli esseri umani non abbandonarono la loro ricerca.
Hanno continuato a cercare, si sono dedicati ad ogni sorta di impresa, si sono lanciati in ogni genere di pratica pericolosa, hanno seguito culti e guru di ogni tipo, senza però riuscire a trovare quella gioia.
Questa gioia risiede dentro di noi, in un altro regno di cui non siamo consapevoli. Al livello di consapevolezza umana non possiamo provare quella gioia.
La consapevolezza umana è giudicata soltanto attraverso le nostre proiezioni mentali.
Tutte le nostre esperienze sono basate sulla soddisfazione del nostro ego o dei nostri condizionamenti. Noi proiettiamo la nostra mente, immaginiamo qualcosa e ci mettiamo a seguirlo. Tutte le istituzioni umane non sono nient’altro che proiezioni della mente, ed essa è un mezzo limitato.
Ci identifichiamo con diversi tipi di idee, pensieri, teologie, che sono tutte proiezioni mentali.
Abbiamo dissolto in queste proiezioni mentali anche tutti coloro che erano giunti da una consapevolezza superiore. Persino le grandi Scritture furono trascritte attraverso questa proiezione mentale.
Ma questa mente è qualcosa di limitato, ed essa non può penetrare in quella sottigliezza in cui dobbiamo trovare la fonte della gioia, lo Spirito.
Come sapete, se si deve studiare microbiologia o istologia, occorre usare un microscopio.
Allo stesso modo, se dovete conoscere il modo in cui agiscono le forze divine e l’amore divino, dovete prima diventare lo Spirito.
A volte la proiezione mentale è una cosa molto pericolosa, in quanto crea una grande barriera lontana, molto lontana dalla realtà.
Per trascendere questa barriera, occorre per il momento dimenticare la mente.
Ma non tutto ciò che è sconosciuto è divino.
Se c’è un matto, anche lui ha dimenticato la mente, però non è divino. E neppure una persona posseduta è dotata di comprensione divina. Occorre dunque capire che, quando si dice che si deve conoscere, non significa che si debba conoscere attraverso la mente, bensì attraverso il vostro Spirito.
Pertanto la cosa fondamentale è che dovete risvegliare il vostro Spirito dentro di voi.
Adesso abbiamo moltissimi metodi artificiali con i quali iniziamo a credere che il nostro Spirito sia risvegliato. Come in India, dove abbiamo un’usanza chiamata Yagyopavit, in base alla quale si dichiara che un certo bambino è diventato un bramino, ossia un’anima realizzata.
Così come tra i cristiani abbiamo il battesimo, che non è un avvenimento reale, bensì solo una messinscena artificiale. Lo stesso vale per i rituali islamici, lo stesso vale per gli Ebrei.
Ogni religione ha questo problema di perdersi in rituali artificiali. Ora, qual è il vero rituale?
Se dobbiamo diventare lo Spirito, si tratta sicuramente di un processo evolutivo. Se è un processo evolutivo, deve essere un processo vivente.
Logicamente, questo vero processo evolutivo trascende gli esseri umani. Come siamo diventati esseri umani dall’ameba? Riuscite ad immaginare che eravamo tutti amebe, minuscoli organismi unicellulari, e oggi siamo esseri umani? Cosa abbiamo fatto noi per diventare esseri umani? Niente, è tutto un dono. È stato tutto molto spontaneo e vivente.
Quindi, qualsiasi cosa debba accadervi, deve avvenire in modo spontaneo. Tutte le cose spontanee sono viventi. Nulla di ciò che è morto è spontaneo. Qual è dunque il criterio per capire come si diventa persone più elevate?
Quando siamo diventati superiori agli animali, abbiamo ottenuto una consapevolezza migliore, più sottile: significa che, nel nostro sistema nervoso centrale, possiamo percepire molte cose che gli animali non possono sentire.
Se si porta un cavallo a Parigi o a Londra o in qualche posto sporco, per il povero cavallo non fa differenza. Se lo si fa passare per un vicolo sporco, lui ci camminerà molto tranquillamente, come un re. Ma gli esseri umani non potranno muovere un passo, neanche uno, in quel vicolo. Quindi, la consapevolezza degli esseri umani deve elevarsi maggiormente, nel senso che dovete diventare qualcosa di molto superiore a quello che siete ora. È questa la realizzazione del Sé.
Quando conoscete il vostro Sé, dovete perlomeno sapere ciò che siete interiormente. Altrimenti non conoscete il vostro Sé. Quando diciamo: “Mi piace questo, mi piace quello”, è il nostro ego, è al signor Ego che piace, o forse ai nostri condizionamenti. Non sappiamo cosa stiamo usando per farci piacere qualcosa.
Anche quando diciamo: “Io credo”: sono soprattutto i politici a usare l’espressione “Io credo”. Ebbene, ciò che crede è il loro ego, oppure i condizionamenti derivati dalle loro esperienze. Ma ciò non ha alcun valore assoluto. Se, ad esempio, c’è qualcosa di sporco, tutti ne sentiranno l’odore e diranno che è sporco.
Così come chiunque abbia gli occhi sarà in grado di dire di che colore è questa tenda.
Ma quando parliamo di queste cose, non parliamo affatto di qualcosa di assoluto, perché c’è una grande differenza di opinioni.
Quindi logicamente, di nuovo, dobbiamo conoscere qualcosa che sia assoluto; e quelli che se ne rendono conto stanno tutti brancolando verso quel punto.
Tutto il caos del mondo e tutti i problemi degli esseri umani esistono molto semplicemente perché non conoscono se stessi. Un cervello combatte un altro cervello. Anche tra nazioni, alcuni cervelli lottano contro altri cervelli. E questa mente è così sorprendentemente strana che cerca modi e metodi soltanto per scontrarsi. Dev’esserci qualcosa che Dio deve aver creato in noi, o che la natura deve aver creato in noi, per non farci rimanere in questa fase di transizione.
In realtà siamo in uno stato di sospensione, se notate. Il problema è talmente grave che la gente non comprende nemmeno cosa si debba fare per essere nel giusto. A causa delle proiezioni mentali la nostra vita è assolutamente relativa. [Traduttrice: “Assolutamente?” Shri Mataji: “Relativa”. Traduttrice: “Relativa”.]
Viviamo in modo relativo. E discutiamo sempre delle cose in modo relativo. Non esiste un (parametro) assoluto sul quale basare tutte le valutazioni.
Da bambina ho imparato che a Parigi esiste un metro che è un metro assoluto[1], e partendo da quello si possono tarare tutti gli altri metri.
Ed è fatto d’oro, che si espande pochissimo poiché il suo coefficiente è molto basso. [Traduttrice: “In realtà è platino”.]
Platino, scusate, platino, chiedo scusa! (Shri Mataji ride) Platino, sì. Ha un coefficiente bassissimo. Ma l’assoluto deve essere qualcosa che non si espanderà né si ridurrà: è assoluto!
Ora, dalla scienza, saprete che nella temperatura non è possibile raggiungere lo zero assoluto. Non si può ottenere un vuoto assoluto.
Come faremo dunque noi ad ottenere il nostro Assoluto, se questa è la situazione con le comuni cose materiali? Per prima cosa, dunque, dobbiamo dimenticarci che possiamo ottenerlo.
Ora, anche dire che abbiamo fede in Dio, che abbiamo fede nel Divino e che questo sistemerà tutto, non è possibile.
Anche la fede in Dio è di per sé una proiezione mentale. Se chiedete a un ateo, vi dirà che è solo perché siete nati in una famiglia religiosa che siete diventati così (religiosi, credenti, ndt), ma Dio non esiste.
Quando il Signore Buddha venne su questa terra, trovò molto intricata la questione di Dio.
Tutti affermavano di conoscere Dio.
Ma Dio era diverso per ciascuno e, in nome di Dio, scatenavano le guerre.
Così (Buddha) decise di non parlare più di Dio, perché tutti vogliono disporre di Lui a proprio piacimento.
(Buddha disse:) “Meglio non parlare di Dio per ora, dato che non conoscono il loro Spirito”. Così parlò soltanto del Sé, dello Spirito. Ciò che disse fu: “Buddham sharanam gacchami” - “Buddham sharanam gacchami”, io mi arrendo al Buddha.
Buddha significa colui che conosce, colui che ha la conoscenza, cioè un’anima realizzata.
Anche in Sahaja Yoga procediamo un passo alla volta.
Prima di tutto dobbiamo conoscere il nostro Spirito, non mediante una proiezione mentale ma con un avvenimento spontaneo, ossia un avvenimento vivente; e questo gli esseri umani non possono farlo.
Ora, qual è questo processo vivente? Qualunque cosa io vi dica potrebbe essere di nuovo una proiezione mentale. Quindi dovete prendere le mie parole come un’ipotesi per uno scienziato, con una mente aperta. E, se (effettivamente) ciò vi accade, allora dovete prenderlo come una legge.
Ebbene, io dico che dentro di noi si trovano questi sette centri sottili. Qualcuno potrebbe obiettare che ciò non è scritto in questo o quel libro; (ma) adesso scordatevi di tutto questo. Esistono questi sette centri che risiedono dentro di noi, alcuni nel midollo allungato ed altri nel cervello.
Ora, questi centri, questi centri sottili, manifestano all’esterno i plessi fisici conosciuti dai medici. Questi centri controllano anche il nostro sistema endocrino. Essi hanno un significato molto più profondo dei plessi, i quali si manifestano solo a livello fisico.
Inoltre, questi centri si occupano del nostro aspetto emozionale. Si occupano anche del nostro aspetto mentale e provvedono anche al nostro essere spirituale. Quindi, qualunque sia la nostra condizione, essa è dovuta alla condizione di questi centri sottili interiori.
Questi centri sottili posti in noi non si possono vedere a occhio nudo né attraverso alcuna apparecchiatura umana. Sono centri energetici costituiti di tre tipi di energia dentro di noi, dei quali vi parlerò domani.
Ma oggi dobbiamo sapere che dentro di noi esistono questi centri; e la cosa più importante è che in noi risiede una terza energia che in sanscrito si chiama Kundalini. Ora, questa Kundalini non ha niente a che vedere con il luogo, con la nazione da cui provenite o con la lingua che parlate.
Si chiama Kundalini perché kundal significa “spira”. È un’energia interiore. È l’energia del desiderio, del desiderio che è il puro desiderio.
Noi abbiamo moltissimi desideri. Vogliamo avere una casa; poi, per quando usciamo, vogliamo avere una macchina; quando abbiamo una macchina vogliamo avere un elicottero (risate). Si capisce dunque che, per il sistema economico, i desideri in generale non sono appagabili.
Ora, in realtà, quando questo desiderio, il puro desiderio, è risvegliato, realizzate il vostro desiderio assoluto; e il desiderio assoluto è quello di diventare uno con il tutto. È il desiderio di diventare uno con il Divino.
Questa Energia divina, io la chiamo divina, voi potreste non definirla così; ma è un’energia onnipervadente. Noi entriamo in un giardino, vediamo tanti fiori e lo diamo per scontato.
E quando vediamo i fiori diventare frutti lo diamo per scontato. In che modo sono diventati frutti? Possiamo noi trasformare un fiore in un frutto? No.
Ma qualcuno, qualche energia l’ha fatto. Deve essere stata l’energia che pervade tutto.
Ed essa è dotata di un discernimento talmente notevole e accurato che, ad esempio, un albero di mango produrrà soltanto mango e non mele.
Ebbene, questa energia che svolge tutto il lavoro vivente del mondo, tutto il lavoro autonomo all’interno del nostro stesso organismo, che ci ha resi esseri umani a partire dall’ameba, questo potere noi non lo abbiamo mai percepito prima.
Pertanto, quando si ottiene la propria realizzazione del Sé, si percepisce per la prima volta quella Energia, quel Potere onnipervadente di Amore Divino. Questo non può essere sentito in altro modo.
È molto facile credere in qualcosa di falso.
Noi crediamo di più nella falsità che nella realtà (Shri Mataji ride), essa ci attrae molto di più. Ma è la realtà quella che dovremmo cercare di conseguire. Se dobbiamo sentire questa brezza, o meglio, questa “brezza dello Spirito Santo”, come viene chiamata, cosa dobbiamo fare?
Alcuni ritengono che si debba adottare il digiuno o il cibo vegetariano, o morire di fame, o uccidersi. Gente del genere può soltanto dimagrire e morire o, al massimo, impazzire.
Non occorre torturarsi. Questo corpo umano è creato con grande comprensione. È creato con bellezza e delicatezza. È creato con grande cura, con uno scopo molto speciale, ossia che dovete essere il tempio dello Spirito e la luce dello Spirito deve risplendere in voi. Non è perché vi avventuriate in tutte le stranezze che stanno facendo gli esseri umani.
Non so se avete sentito parlare della terribile malattia chiamata AIDS che è arrivata in America. Si sta diffondendo con grande rapidità ed è il risultato di quando l’uomo ha detto: “Che c’è di male? Se mi taglio il naso, che c’è di male?”.
Ma siete voi in grado di creare anche una sola cellula del vostro naso? Noi non abbiamo alcun diritto di disturbare questo bellissimo meccanismo che Dio ci ha donato. Dobbiamo rispettare noi stessi, perché voi siete l’epitome di questa creazione. Solo voi diverrete realizzati, non i polli.
Siamo dunque gentili con noi stessi, piuttosto che con altri animali e cose; e (siamo gentili) verso gli altri esseri umani. Ciò è molto più importante, perché questo è il fiore prezioso che Dio ha creato affinché si trasformi in frutto.
Molti mi domandano: “Perché nei tempi antichi i ricercatori dovevano lavorare sodo e solo uno (fra tanti) riusciva a ricevere la realizzazione?”. Anticamente, se si doveva andare da Parigi a Londra, era impossibile arrivarci. Ma oggi è così facile che arriviamo addirittura sulla luna! Tutto ciò che si è sviluppato così tanto all’esterno, deve svilupparsi anche all’interno.
E l’albero che è cresciuto così tanto, se non si preoccupa delle sue radici, crollerà e sarà distrutto. E lo stesso succederà alla nostra civiltà moderna, se non si prenderà cura delle proprie radici e non cercherà di sviluppare quelle radici sulle quali si erge l’albero. [Traduttrice: “Chiedo scusa, Madre?”. Shri Mataji: “(Se non) cercherà di sviluppare quelle radici sulle quali si erge l’albero”.]
Devo anche dirvi che nel periodo della fioritura ci sono migliaia e migliaia di fiori; ma, quando l’albero è stato appena piantato, potreste averne (soltanto) uno o due. Oggi tantissime grandi anime si sono incarnate per diventare frutti. Questa è la ragione per la quale abbiamo una realizzazione di massa. Migliaia di persone stanno ricevendo la realizzazione e si stanno stabilizzando in essa.
Oggi vi ho detto, come introduzione a Sahaja Yoga... Sahaja significa – saha significa “con”, ja significa “nato”. È innato in voi. E Yoga significa “unione con il Divino”.
Pertanto è un diritto di ogni essere umano ottenere lo Yoga spontaneo, in quanto è innato in lui. Non si tratta di un metodo nuovo.
Come un seme che germoglia, anche la vostra Kundalini viene risvegliata. Anticamente era accessibile soltanto a pochissime persone, ma ormai è giunto per tutti voi il tempo di riceverla.
Domani vi parlerò dei tre canali e dei tre poteri dentro di noi, e dello Spirito che risiede nel nostro cuore.
Spero che in questi tre giorni tutti voi riceverete la vostra realizzazione.
Il problema però è che la gente ricomincia ad applicare proiezioni mentali anche a Sahaja Yoga, oppure vuole evitare (di affrontare) se stessa. Si ha paura della realtà, si ha paura di se stessi.
Devo dirvi che voi siete la cosa più bella. Dovete semplicemente scoprire la vostra gloria dentro di voi. Quando la scoprirete, dimenticherete tutti quei pensieri che vi rendono così disperati.
Dopotutto dobbiamo renderci conto che, se Dio ci ha creati, di sicuro deve anche prendersi cura di noi. E se è Dio onnipotente, sarà Lui a salvarci tutti, altrimenti la Sua creazione sarà distrutta.
Sahaja Yoga ha fatto miracoli e spero che, se funzionerà a Parigi, sarà una cosa davvero grandiosa per l’intera Europa. Nei dintorni di Parigi abbiamo molti sahaja yogi, ma penso che quelli che risiedono a Parigi vivano in un altro mondo. Vengono alle mie conferenze, forse vorrebbero usare delle proiezioni mentali anche qui.
Ma ve lo chiedo, fareste meglio ad avere la vostra realizzazione. Che sia a Parigi o in qualsiasi luogo fareste meglio ad averla, e a stabilizzarvi in essa. Gioirete dei vostri poteri e dei poteri del Divino. Conoscerete tutte le leggi divine che si esprimono dentro di voi.
Saprete inoltre che è possibile provare la veridicità di tutte le Scritture del mondo.
È molto difficile spiegare i colori ad un cieco che cerchi di capirli. Allo stesso modo, finché non si ottiene la realizzazione, non si potranno capire le Scritture.
Che Dio vi benedica.
Che Dio vi benedica tutti, stasera, e spero che stasera cercheremo di ricevere questa realizzazione. Tuttavia non è che una volta ottenuta sarete perennemente in quello stato, perché, sapete, le persone al giorno d’oggi sono molto instabili.
E così tante cose sono entrate loro in testa che si sono perse. Quindi è meglio trovare il vostro Sé nel modo giusto. E, per cambiare, dedicate un po’ di tempo al vostro Sé.
Che Dio vi benedica tutti.
Se avete domande... essendo oggi il primo giorno, vi inviterei a fare delle domande, se ne avete; ma fate domande sensate, non del tipo “in questo libro è scritto (così), lui dice così”. Basta discussioni.
Chiedetevi onestamente: “Ho trovato il mio Spirito? Se non è così, lasciatemelo trovare”. Inoltre, sapete, voi dite: “Ho cercato e ricercato”: ma se io vi dico che è proprio qui, perché continuare a cercare? Vi accadrà in una frazione di secondo. Non c’è niente per cui essere nervosi.
È un bellissimo avvenimento, perché questa è vostra Madre. Lei non crea nessun problema, bensì risolve tutti i vostri problemi, fisici, mentali, emotivi. Sahaja Yoga ha curato il cancro, la mielite[2], malattie incurabili di ogni genere. E sono sicura che possa curare anche questa malattia orribile che è l’AIDS. Una volta divenuti realizzati potete curare anche gli altri e dare la realizzazione agli altri.
Oggi ho incontrato molte persone dai dintorni di Parigi, mai conosciute prima, che sono realizzate e ben stabilizzate in Sahaja Yoga, come maestri di Sahaja Yoga. È stata una gioia molto intensa per me.
Molte grazie.
[Dice a lato alla traduttrice: “Puoi...”]
[Applausi]
[Dice a lato alla traduttrice: “...fa molto caldo per le persone. Fa molto caldo per le persone, infatti stanno sudando tutte”.]
[Un uomo (sussurrando): Madre...]
Shri Mataji (alla traduttrice): Chiedi di fare le domande.
Traduttrice: Madre?
Shri Mataji: Dì loro di fare le domande per cinque, dieci minuti, se possibile.
Nick, per favore, vai a portare il microfono.
Che cosa dice?
Traduttrice: Lui vorrebbe conoscere l’origine di Sahaja Yoga.
Shri Mataji: (Shri Mataji ride, risate) Ah, è qualcosa che non ha origine. È senza origine.
Sì, prego?
Una signora: Il risveglio è mai accompagnato dalla paura?
Traduttrice: Prego?
Un’altra signora (ripete la domanda): Il risveglio è mai accompagnato dalla paura?
[La signora di prima corregge la frase che non era stata ripetuta correttamente in inglese dall’altra signora]
Traduttrice (ripete la domanda): Il risveglio è mai accompagnato dalla paura?
Shri Mataji: No. Mai. Intendo dire che vi hanno propinato libri orribili sulla Kundalini, io stessa ne sono scioccata. Quando li ho letti, non riuscivo a capire cosa stessero combinando.
Ma se, ad esempio, infilate le dita nella presa della corrente e poi dite di aver preso la scossa, si dirà che ciò indica che non sapete usare l’elettricità.
Però (qui) è molto di più. Se la persona che risveglia la Kundalini è autorizzata dal Divino, non farà mai del male, mai, in qualsiasi modo provi.
Ma questa persona deve essere pura. Se è interessata ai vostri soldi e al vostro portafoglio, non ha niente a che fare con Dio.
Non si può comprare, non si può comprare Dio o il Divino, non si può pagare per averlo.
Ritengo dunque che chi ha provato queste cose... insomma, è davvero scellerato danneggiare la gente in questo modo.
Naturalmente in alcune persone (la Kundalini) non ascende tanto rapidamente. Se avete problemi, se ad esempio avete problemi di fegato, la Kundalini vi si dirigerà mostrando una pulsazione in quel punto.
Inoltre, alcune persone che hanno frequentato guru o culti sbagliati, talvolta possono comportarsi in un modo molto bizzarro.
Abbiamo avuto esperienze davvero strane con i seguaci di meditazione trascendentale: se sono seduti di fronte a me ed io cerco di risvegliare la loro Kundalini iniziano a saltare sulle sedie (risate). Non tutti, ma alcuni lo hanno fatto per un po’, poi però si sono calmati. Ed anche alcune persone, chiamate gli arancioni, iniziano a saltare un po’ (risate). Succede, alcuni hanno una piccola reazione ma non ha importanza. Se siete attenti, funziona, tranquillizza.
A volte si sente un po’ di calore sulle mani, specialmente se si soffre di problemi di fegato. E quando la Kundalini fuoriesce, per prima cosa espelle un po’ di calore dalla testa, non tanto, ma un po’ di calore. Alla fine, però, una brezza fresca inizia a uscire dalla vostra testa; e voi sentite la brezza fresca muoversi anche dalle vostre mani. Ma non dovete preoccuparvi, noi conosciamo tutte le permutazioni e combinazioni di queste complicazioni.
Sì?
Domanda (tradotta dalla traduttrice): In che modo... Qual è il metodo...
Shri Mataji: In che modo...
Traduttrice: ...del risveglio della Kundalini?
Shri Mataji: È una buona cosa. Ve lo dirò dopo che avremo iniziato, va bene? (Risate)
Domanda (tradotta dalla traduttrice): Cercherò di sintetizzare la domanda. Una volta che si è realizzati, una volta che il potere, l’energia sia risvegliata dentro di sé, come interpretare le parole di Cristo: “Ama il prossimo tuo come te stesso, amatevi l’un l’altro”? Significa che possiamo amarci l’un l’altro completamente?
Shri Mataji: Ah, è questa, è questa la vera domanda, devo dire. (La domanda) è come amare il prossimo, non è così?
(Ci si riesce) perché si diventa consapevoli a livello collettivo: non di nuovo attraverso proiezioni mentali, bensì si diventa proprio consapevoli a livello collettivo.
Pertanto, se, per ipotesi, il signore che mi ha fatto la domanda ha un problema alla gola, io posso sentire sulle mie mani che ha quel problema (Shri Mataji mostra l’indice destro). Posso sentirlo sulla punta delle dita, sulla punta delle dita, come si dice. E, se so anche come risolvere quel problema, vi curo, semplicemente.
Questo è esattamente ciò che ha detto Cristo: che si acquisisce la coscienza collettiva. Come avrebbe potuto spiegare a quei pescatori cosa fosse la coscienza collettiva?
Pertanto, in modo simbolico, disse: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. E questo (normalmente) è assolutamente impossibile, perché è una proiezione mentale.
Si può amare fino a un certo punto, ma non in modo assoluto.
Quando però diventate parte integrante di me... se ad esempio questo dito (indice destro, ndt) mi dà dei problemi, devo massaggiarlo, altrimenti non sto bene. E nel massaggiarmi il dito non penso che gli sto facendo un favore, o che sto cercando di fargli del bene: (lo faccio) perché amo il mio dito come me stessa (risate).
Soltanto dopo la realizzazione capirete ciò che ha detto Cristo. Voi sapete in che modo ci siamo “amati” l’un l’altro, come ogni nazione abbia “amato” le altre e ciò che i paesi cristiani si stanno facendo a vicenda. Potete vedere chiaramente che non ne hanno capito il significato.
Non possiamo seguire Cristo finché non rinasciamo. Non possiamo seguire nessuno, perché è di nuovo la stessa proiezione mentale.
Domanda (tradotta dalla traduttrice): Come può spiegare questo fenomeno di realizzazione di massa e allo stesso tempo la diffusione della sofferenza umana?
Shri Mataji: Diffusione?
Traduttrice: Della sofferenza umana.
Shri Mataji: Diffusione?
Traduttrice: Il fatto che la sofferenza umana stia crescendo, aumentando.
Shri Mataji: Se non accade questo, la gente non si rivolgerà a qualcosa di più grande.
Vedete, gli esseri umani soffrono a causa di se stessi. Soltanto quando soffrono iniziano a pensare al rimedio, diversamente danno tutto per scontato. Per questo Cristo ha detto che un ricco non può entrare nel Regno di Dio: perché un uomo che sia molto, molto ben dotato a livello materiale, è così soddisfatto di se stesso che non si preoccupa della ricerca.
Va bene?
Adesso passiamo alla realizzazione?
Sì, un’altra (domanda).
Domanda (tradotta dalla traduttrice): Lei ha molti discepoli anche in India o solo in Europa?
Shri Mataji: Oh, in India ne ho molti, molti di più, a migliaia, ma vivono nei villaggi.
Nelle nostre città si trovano ancora altri guru che richiedono denaro. Se le persone avranno denaro vorranno comprare il guru (risate), ma non possono comprare me.
Nonostante questo abbiamo almeno cinque, seimila sahaja yogi a Bombay, e a Delhi circa tremila, o forse più, non so dirlo.
Questo perché noi non siamo una organizzazione. Non abbiamo nessun nome scritto o iscrizione o altro. È un organismo vivente, è tutto.
Domanda (tradotta dalla traduttrice): I suoi discepoli sono tutti realizzati?
Shri Mataji: Ah, sì, ovviamente, certo (risate). Non solo sono realizzati, ma sono per lo più maestri, altrimenti non li chiamiamo sahaja yogi. Quelli che prendono solo la realizzazione non sono sahaja yogi, ma sono sahaja yogi quelli che hanno la conoscenza di Sahaja Yoga. Potrebbero essere anche bambini piccoli.
Domanda (tradotta dalla traduttrice): Occorre diventare discepoli di Shri Mataji per ottenere la realizzazione?
Shri Mataji: No, no, voi diventate semplicemente miei figli (risate). Io non sono un guru. In realtà io devo prendermi cura di voi; e quello di una madre, come sapete, è un lavoro ingrato. È bello essere una madre e la madre è sempre la persona che guida i figli. Può condurli all’inferno o in paradiso (Shri Mataji ride).
Voi non dovete diventare discepoli né altro. Siete voi, è il vostro desiderio, è il vostro sviluppo personale che vi fa capire Sahaja Yoga. Non ha niente a che vedere con una qualche sorta di candidatura o iscrizione formali.
[Viene rivolta una domanda e la traduttrice risponde: “Esattamente”. (Risate)]
Shri Mataji: Che cosa dice?
Traduttrice (traduce la domanda): Una persona può divenire realizzata semplicemente stando di fronte a Lei?
Shri Mataji: Certamente, ma per diventare sahaja yogi occorre lavorare. È la verità.
Ricercatore: Shri Mataji, Lei ha detto che tutte le istituzioni umane sono proiezioni piuttosto mentali.
Shri Mataji: Sì.
Domanda: Vorrebbe spiegare in che modo queste persone che stanno cercando di creare un altro mondo, un mondo migliore o qualcosa del genere, usano soltanto quel...?
Shri Mataji: Sì, è così, vi dico. Tutto.
Ricercatore: ... (commento non udibile).
Shri Mataji: Sì, qualcosa sta facendo del bene, vedete, ma è una proiezione mentale nel senso che, se quelli che cercano di fare del bene agli altri... Ora, come vi ho detto, se mi prendo cura del mio dito, non gli sto “facendo del bene”, niente del genere; è il mio dito (ossia me ne prendo cura perché è parte integrante di me, ndt). Questo è ciò che dovrebbe accadere a voi.
Vedete che tutti questi... io ho la sensazione ... nei primi tempi osservavo come sono queste persone. Sono talmente comprese del fatto di compiere un grande lavoro, di essere persone straordinarie... nella loro testa esistono assurdità di ogni sorta, sapete?
Non sono persone che amano davvero, nel senso che fanno (il bene) semplicemente perché l’amore fluisce, non è necessario parlarne, fluisce e basta. Non dovete fare niente, fluisce semplicemente.
Esiste un immenso Oceano d’Amore, d’accordo? E c’è qualcuno che sta cercando di consolarvi in modo artificiale. Insomma, mettetelo nell’oceano e fatelo gioire (ride), semplice!
È una tale proiezione mentale, vi spiegherò come. Per esempio adesso c’è un grande problema fra capitalismo e comunismo.
Ora, direi che io sono una grande capitalista perché ho tutti questi poteri a mia disposizione, e la più grande comunista perché non riesco a godermeli, devo distribuirli (risate).
(Invece) quelli che non hanno denaro si definiscono capitalisti e quelli che in realtà non distribuiscono si definiscono comunisti (risate). Oltretutto, una volta che ci si dichiari capitalisti, perché chiedere qualcosa? A quel livello si è sulla vetta del mondo, si è come dei re!
Per esempio, se me lo chiedete, io posso andare a dormire per strada, posso vivere ovunque. Non ho bisogno di alcuna comodità. Un’anima realizzata è per sempre un re, non ha bisogno di nulla, non mendica nulla.
Queste persone insoddisfatte, come possono essere capitalisti? Quindi sono tutte definizioni inappropriate. Ho sentito di moltissimi re che erano avari, riuscite a crederci? E alcuni erano cleptomani (risate). Come potete chiamarli re?
È solo un’autocertificazione, un’autodichiarazione. Per un’anima realizzata (ride) costoro non sono affatto dei re.
Bene.
Ora facciamo l’esperienza.
Dunque, come si fa?
Come potete vedere qui, queste dita della mano rappresentano i nostri sette centri; cinque (dita), sei (base del palmo) e sette (centro del palmo). [Alla traduttrice:] Mostralo sulla mano.
Lo stesso sul lato destro: abbiamo cinque (dita), sei (base del palmo) e sette centri (centro del palmo). Naturalmente la medicina accetta che queste (dita) siano terminazioni del sistema simpatico.
[Traduttrice: “Del sistema simpatico?”. Shri Mataji: “Terminazioni”. Traduttrice: “Terminazioni”].
Sono onesti, perché non sanno niente di più.
Ebbene, il lato sinistro e il destro si combinano insieme in questo modo e formano un centro così, come vedete dalle mie mani [Shri Mataji forma due anelli con le dita e li sovrappone: l’anello formato dalla mano destra è sopra e quello formato dalla mano sinistra è sotto, ndt]. Ora, la terza energia lo attraversa dandovi la realizzazione.
Quando però questa energia si muove, se questi (aspetti di sinistra e destra del chakra, da Lei formati con le mani, ndt) non sono correttamente disposti o esiste qualche problema, essa calma quella parte del centro, la nutre, la migliora e la dilata. Poi sale oltre.
Pertanto, quando si risveglia la Kundalini, in realtà ciò che fate è aprire le mani verso di me, in questo modo. Allora tutti questi centri possono ricevere l’informazione e informano la Kundalini della presenza di qualcuno che è autorizzato; a quel punto la Kundalini sale.
Alla fine attraversa quest’area, chiamata Brahmarandhra. Questa è l’area della fontanella dove, da bambini, avevate un osso morbido. Naturalmente esiste un grande meccanismo che fa funzionare tutto - di questo vi parlerò domani - e, a quel punto, iniziate a sentire la brezza fresca della Kundalini nelle vostre mani. Ebbene, la Kundalini è lo Spirito Santo descritto nella Bibbia.
Così iniziate a sentire la brezza, la brezza fresca della Kundalini uscirvi dalla testa. Quindi se collaborate un po’ e mi capite... nel senso che dovete, per cominciare, rivolgere la mano sinistra e la mano destra verso di me, e poi tenere gli occhi chiusi finché non vi chiederò di aprirli. Toglietevi anche gli occhiali, per favore. Se avete qualcosa che vi stringe il corpo, in qualsiasi punto, allentatelo leggermente.
Rivolgete le mani verso di me in questo modo, state seduti eretti ma comodi, senza spingere il collo all’indietro o in avanti, ma (tenendolo) al centro. Non tentate di contrastare i vostri pensieri.
Qualsiasi pensiero arrivi lasciate che arrivi. Improvvisamente vi accorgerete di essere diventati senza pensieri. Inoltre potrete stabilizzare da soli il vostro risveglio quando vi spiegherò come usare la mano destra.
Tenete la mano sinistra verso di me, anzi, per adesso entrambe le mani verso di me; poi vi dirò come mettere la mano destra sui diversi centri nel vostro corpo.
[Shri Mataji alza il Suo lato sinistro sul destro]
Adesso tenete gli occhi chiusi, per favore. Dato che il vostro Spirito risiede nel cuore, dovete appoggiare la mano destra sul cuore.
Ora potete farmi una domanda chiedendo nel vostro cuore: “Shri Mataji, sono io lo Spirito?”. Se non riuscite a dire Shri Mataji, potete dire Madre.
Fate la domanda.
Adesso abbassate la mano destra sullo stomaco, sul lato sinistro. E premete lì, nel punto in cui si trova il centro della vostra maestria, o del vostro guru. Intendo dire che, per prima cosa, il principio del Guru in voi deve essere risvegliato.
Poiché siete lo Spirito, siete anche il Guru, la guida di voi stessi. Quindi ora fate una domanda: “Shri Mataji, sono io il Guru di me stesso?”. Oppure: “Madre, sono io il Guru di me stesso?”. Per favore, chiedetelo per dieci volte.
Dieci volte, perché nel plesso solare ci sono dieci sottoplessi e c’è lo stesso numero di petali nel centro sottile conosciuto come Nabhi[3] chakra, ossia il centro dell’ombelico.
Quindi per favore chiedete per dieci volte: “Madre, sono io lo Spirito? Sono io il Guru di me stesso?”. Dovete chiederlo con piena sicurezza. Per favore tenete gli occhi chiusi, perché se non li tenete chiusi la Kundalini non salirà.
Ora, per favore, non aprite gli occhi e appoggiate nuovamente la mano destra sul cuore. Dite con piena comprensione e totale sicurezza: “Madre, io sono lo Spirito. Shri Mataji, io sono lo Spirito”. Per favore, ditelo dodici volte.
[Shri Mataji dice alla traduttrice:] (Dillo) a voce alta: “Per favore, ditelo dieci volte”. Con piena sicurezza. Voi siete lo Spirito, non c’è dubbio, voi siete lo Spirito. Dovete semplicemente assumere la situazione.
Il vostro Spirito, che è il testimone dello spettacolo, deve entrare nella vostra attenzione, nel vostro sistema nervoso centrale. Deve manifestarsi attraverso il vostro sistema nervoso centrale, illuminando la punta delle vostre dita. L’intero essere viene illuminato.
Ora, come sapete, lo Spirito è senza alcuna colpa. È incontaminato, senza macchia, immacolato. Quindi non dovreste avere nessun senso di colpa. È una piaga molto comune, specialmente per i francesi, sentirsi colpevoli per un nonnulla. Fanno una cosa sbagliata, si sentono colpevoli e si instaura un circolo vizioso. Adesso, per interrompere questo circolo vizioso, dobbiamo dire semplicemente: “Madre, io sono lo Spirito e non sono colpevole di nulla. Io non sono colpevole di nulla. Io non ho colpa”. È meglio che lo diciate sedici volte.
E se avete l’abitudine di condannare voi stessi, è meglio dirlo trentadue volte, per punizione (risate). Per questo, nel dirlo, portate la vostra mano destra sulla parte sinistra del vostro collo, alla base del collo.
E adesso per favore ripetete per sedici volte: “Madre, io non sono colpevole”. Sto parlando dell’oceano di amore, dell’oceano di compassione, dell’oceano di perdono. Quindi, ora, quale colpa potete avere che non possa essere lavata da questo grande oceano?
Aprite dunque il vostro cuore e dite: “Madre, io non sono colpevole di nulla”. La gioia inizierà a riversarsi all’interno.
[Shri Mataji soffia sulla Sua mano sinistra]
Vi sentite ancora tutti colpevoli. Ma qual è dopotutto la vostra colpa? Per favore, ripetetelo sedici volte con totale sincerità, fede e fiducia. Ancora troppo. (Shri Mataji soffia nel microfono, ma il suono sembra non diffondersi bene, ndt). Mi pare che anche questo microfono si senta in colpa (risate). (Shri Mataji soffia nel microfono).
Meglio adesso. (Shri Mataji soffia nel microfono)
Ora va meglio. (Shri Mataji soffia nel microfono)
Adesso rivolgete la mano sinistra verso di me e appoggiate la mano destra sulla vostra fronte in orizzontale, senza aprire gli occhi, per favore.
Ora, per questo centro, dovete dire: “Io perdono tutti. Madre, io perdono tutti. Shri Mataji, io perdono tutti”.
Alcuni potrebbero trovarlo difficile, ma cosa c’è di difficile? Dopotutto è un’illusione. Se non perdonate qualcuno, vi torturate proprio senza motivo. Se invece perdonate, significa che, almeno, non fate il gioco dell’altra persona. Quindi dite semplicemente: “Madre, io perdono tutti”.
Tutto quello che facciamo in Sahaja Yoga è alla luce del sole, non ci sono segreti. Quindi, (anche) dire ciò che dovete dire, ossia: “Io perdono tutti”, va fatto apertamente.
Ora mettete sempre la mano destra sulla sommità della testa. Premete con il palmo l’area della fontanella, dove avevate l’osso morbido, e muovetela in senso orario; dove avevate l’osso morbido, in senso orario. Muovetela in senso orario.
Adesso, in questo punto, io non posso violare la vostra libertà. Se non volete la vostra realizzazione, io non posso imporvela.
In questo punto dovete dire: “Madre, io desidero la mia realizzazione, per favore concedimela”. Oppure: “Shri Mataji, per favore donami la mia realizzazione”. [Shri Mataji soffia sulla Sua mano destra] Ditelo sette volte.
[Shri Mataji massaggia il proprio Sahasrara]
Ora vedete di dirlo con tutto il cuore, perché il vostro centro (chakra) del cuore è rappresentato lì, in quel punto.
[A bassa voce: “Ora”.]
Adesso potete sollevare la mano di circa dieci centimetri e verificare se fuoriesce una brezza, fresca o calda. In caso contrario provate con l’altra mano, rivolgendo la destra verso di me e portando lì la sinistra. Ora provate con la sinistra.
Mettete la mano destra sulla testa [Shri Mataji massaggia il proprio Sahasrara] e poi la sinistra, rivolgendo alternativamente le mani verso di me. All’inizio sentirete uscire un po’ di calore. Sollevate la mano, sollevatela un po’ e potrete sentirla.
Meglio.
Potete cambiare mano e verificare. Caldo, molto caldo. (Ci sono) troppi pensieri, ma andranno a posto. C’è (un problema di) Agnya.
Dovete perdonare: il perdono, il perdono è molto importante. Avete un blocco nel centro di Cristo.
Ora va meglio. Sta fuoriuscendo.
Traduttrice: Un po’ di formicolio, ma...
Shri Mataji: È molto debole. [Shri Mataji strofina le Sue mani una contro l’altra e soffia su di esse]
Ora abbassate le mani e verificate se sentite una brezza fresca sulle mani.
Potete aprire gli occhi.
Vi accorgerete di avere la mente sgombra dai pensieri. Senza pensieri, potete osservare. Alzate le mani e verificate se sentite la brezza fresca.
Ora ponete la domanda: “È questa la brezza fresca dello Spirito Santo?”. Fate questa domanda per tre volte. [Shri Mataji ripete per diverse volte: “Aham Sakshat Adi Shakti, Aham Sakshat Adi Shakti, Aham Sakshat Adi Shakti”.[4]] La sentite adesso? Bene.
Ora abbassate (le mani) e la sentirete anche sulle mani. Ora chiudete gli occhi. È molto sottile. Questa è la prima volta che percepite la brezza sottile e state diventando più sottili. Siete rilassati e non vi sono pensieri, come potete constatare chiaramente.
Chiudete gli occhi e non pensate, gioite di voi stessi. [A lato alla traduttrice: “Visto? Molti adesso l’hanno ricevuta”.] Non pensate. [A lato alla traduttrice: “Bene, bene”. Traduttrice: Meglio”. Shri Mataji: “Sta funzionando”.]
Essa sarà lì ma dovete stabilizzarla.
Domani e dopodomani lo farò di nuovo, e dopo dovrete imparare ad alzare la vostra Kundalini e quella degli altri.
Abbiamo i nostri centri. Potete venirci del tutto gratuitamente. Per favore, contattate le persone di quel centro e sviluppate i vostri poteri dello Spirito.
Quelli che sono in gioia dovrebbero gioirne.
[A lato: “Molti di loro la sentono. Oggi è straordinario. (Shri Mataji tocca il Suo Sahasrara) Bene, va meglio. Bene! Va bene”].
Ora non dubitate, per favore, non dubitate. È una cosa molto sottile e dubitarne vi renderà di nuovo grossolani.
Cercate solo di sentirla. Inoltre non dubitate di voi stessi. C’è (un blocco al) Sahasrara. [Shri Mataji fa dei bandhan sul Suo Sahasrara, poi dice: “Hm!”. Dopo si massaggia il Sahasrara e dice: “Hm!”.]
Per alcuni va e viene: non ha importanza.
Alcuni la sentono a destra, altri a sinistra; non importa. In tre giorni sarete perfettamente a posto. Portate anche i vostri amici.
Molte grazie.
[1] L’unità di misura delle lunghezze, il metro, inizialmente definita come la quarantamilionesima parte del meridiano terrestre (fine Settecento) è stata ridefinita nel 1889 dalla Prima Conferenza Internazionale di Pesi e Misure come la lunghezza di una sbarra di platino-iridio costruita come prototipo e che viene conservata alla temperatura costante di 0°C nel “Bureau International des Poids et Mesures” a Sèvres, vicino a Parigi. Su questo metro campione sono stati tarati tutti i campioni delle varie nazioni.
[2] Grave infiammazione a carico del midollo spinale.
[3] La parola Nabhi in sanscrito significa ombelico.
[4] Ossia: “Io sono l’Adi Shakti”.