Programma Pubblico  “L’atteggiamento deve essere coscienzioso”

Programma Pubblico “L’atteggiamento deve essere coscienzioso” 1983-06-13

Location
Talk duration
87'
Category
Public Program
Spoken Language
English

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(05/2019 SOTTOTITOLI) S H R I M A T A J I N I R M A L A D E V I Programma Pubblico “L’atteggiamento deve essere coscienzioso” Porchester Hall, Londra (UK), 13 Giugno 1983

Shri Mataji: Questo è per l’altoparlante? Sì. Possiamo aspettare ancora un po’, per organizzare. È davvero increscioso che non sia stato pubblicato correttamente quel giorno sul giornale, è davvero increscioso. Yogi: Mi scusi, Madre, penso di avvicinarle un po’ questo microfono. Shri Mataji: Come? Yogi: Vuole avvicinare un po’ questo? Shri Mataji: Lo terrò in mano (il microfono). Yogi: Lo terrà in mano? Shri Mataji: Sì. [Yogi: Okay.] Così non mi scivolerà. Yogi: Ah, va bene. Questo qui va bene. È quello...

Shri Mataji: Quando, su un giornale o in un’inserzione, invitiamo a venire in una certa sala per la realizzazione del Sé, non so che cosa ne pensi la gente. Forse pensa che si tratti di qualche altro trucco o di qualche tipo di culto o di qualche iniziativa per guadagnare denaro. Però ce ne sono alcuni che possono non pensarla così, ma vogliono la loro realizzazione del Sé e vengono. Si deve tuttavia comprendere che l’atteggiamento che dovremmo avere verso il nostro Sé deve essere realmente molto coscienzioso. Risvegliare la vostra Kundalini non è così difficile e non è difficile neppure darvi la cosiddetta realizzazione, nel senso che potete sentire la brezza fresca dello Spirito Santo fuoriuscire dall’area della fontanella, potete ottenere il vostro battesimo. Ma dico “cosiddetta” in quanto la cosa difficile è il percorso successivo. Se l’attitudine non è coscienziosa, la perdete in un attimo. Quando le persone sono molto orientate all’ego - direi con una personalità convessa - in primo luogo è difficile persino dare la realizzazione. E, anche se si dà loro la realizzazione, mantenerla e farle crescere è ancora più difficile, molto più difficile. Talvolta i sahaja yogi mi chiedono: “Madre, com’è che in India Lei può dare la realizzazione a migliaia di persone e rimangono tutte, mentre qui, quando dà la realizzazione alle persone, queste vengono e poi se ne vanno, sono tutte sprecate come descritto nella parabola di Cristo a proposito dei semi, alcuni dei quali finirono dispersi sulle rocce?”. Ebbene, perché qui accade questo? Non intendo biasimarli, ma direi che non hanno avuto alcuna conoscenza di cosa sia la realizzazione del Sé e di quanto sia difficile. Se leggete “Yogashastra” (il trattato sullo Yoga) di Patanjali, vi sorprenderete di come venissero istruiti sul modo di condurre una vita corretta e virtuosa dopo il matrimonio; quale fosse il rapporto marito-moglie; quale fosse il ritmo della vita sessuale; come dovessero trattare i figli; come sviluppare ogni giorno la loro attenzione verso Dio. Tutte queste cose mancano completamente nelle vite delle persone che hanno voltato le spalle a Dio. Ora, qualunque cosa possiate provare per voltare le spalle a Dio o al vostro Sé, al vostro Spirito, esso esiste e rivendica la sua esistenza in voi. Lo fa. Anche se provate ad opporvi, a rifiutarlo, esso emerge ed è questo il motivo per cui le persone continuano a ricercare. La tragedia di tutta la situazione è che grandissimi ricercatori sono nati in Occidente, dove le persone non hanno alcuna conoscenza della realizzazione del Sé, di cosa si debba fare per ottenerla e di quale grande benedizione sia averla. Questo è il maggiore problema che incontriamo ovunque e ora che sto per andare in America temo anche lì lo stesso problema. Ora, il fatto è che le persone hanno una idea precisa del valore di un diamante: sanno che se il diamante pesa tanti carati ha un certo significato; se non ha difetti significa una cosa, se è del blu più puro ne significa un’altra. Però non conoscono il valore della loro vita spirituale, non sanno cosa significhi essere spirituali. In tali circostanze, naturalmente, accade che, anche quando ottengono la realizzazione del Sé, non riescano a rimanere in Sahaja Yoga e a portarlo avanti. Non perché manchino di qualità, non direi questo. Non direi che siano persone senza valore, che non siano adatte ad una vita spirituale. Quindi tutti i sahaja yogi devono avere un atteggiamento molto compassionevole e comprensivo verso di loro, poiché quando arrivano da voi non hanno alcuna conoscenza al riguardo. Non sono educati in questo modo, non sono stati istruiti in questo modo. Vorrei che, nei paesi in cui ci si è persi dietro a guadagni materiali, la gente rileggesse qualcuno di questi testi (di spiritualità come il trattato di Patanjali, ndt) nei dettagli, per cercare di scoprire quale tipo di vita dovessero condurre gli esseri umani e quale tipo di vita si sta invece conducendo adesso. Ora, negli Shastra di Patanjali[1] ricorrono i termini yama niyama, yama e niyama. Niyama sono le regole per voi stessi, le norme che dovete osservare. E yama sono le regole che dovete osservare nei confronti degli altri: come trattare gli altri, come dovrebbe essere il rapporto con vostra moglie, con i vostri figli, con le altre parentele esistenti e come dobbiate rispettare determinate cose per prepararvi alla realizzazione del Sé, all’ascesa. È necessario tutto questo equilibrio, se dovete ascendere nella vita. Anche per condurre una vita corretta, onesta, dovete essere così. Vi dico che, se andate in India, troverete che il paese non ha misure igieniche, non ha tutto il cibo che avete voi, non ha le vostre ferrovie, né questi vostri telefoni. Quando vado in India mi dimentico l’esistenza dei telefoni. Lì non li usano mai per me. Lì tutto è disorganizzato, mal gestito; ci sono stranezze di tutti i tipi. Talvolta vi è la siccità, talvolta le inondazioni. Ci sono tutte queste cose. Nonostante ciò le persone vivono solamente perché sanno condurre una vita appropriata, adattandosi agli eventi naturali. Ora, la nuova malattia apparsa in America, l’AIDS, mi ha davvero molto turbata. Io sapevo che sarebbe arrivata, in quanto oggi, secondo le profezie, non siamo più nel Kali Yuga, ma nel Krita Yuga. È il momento in cui le cose accadranno; il Krita Yuga è il momento in cui le energie spirituali entreranno in azione. È già questo il momento: voi sapete che nei nostri testi (sacri) è scritto che il Krita Yuga è cominciato circa sessant’anni fa ed è per questo che adesso i poteri spirituali reagiranno. È facile dire: “Cosa c’è di sbagliato? Chi è Dio? Noi non crediamo in Dio”. Dovrete pagare per questo. Se vi ribellate alla natura, dovrete pagare per questo. Se agite seguendo il vostro ego, dovrete pagare per questo. Questo momento è arrivato. È per il nostro bene. Non è per il nostro male, in quanto è stato detto molte volte di non fare certe cose. Naturalmente, nei paesi occidentali, dove si segue il Cristianesimo, viene detto con precisione di non fare una cosa o un’altra. Ma poi la gente si chiede: “Perché hanno detto così?”. La sola differenza è che in Oriente si spiega perché non si debbano fare certe cose e ciò che accade (se si fanno, ndt). Si è entrati nei dettagli di questo. Ma devo dire che anche qui (in Occidente) la gente sa che certe cose non vanno fatte. Quando però si dice che non vanno fatte, vi bolleranno come vittoriani o vi prenderanno in giro, vi derideranno, si prenderanno gioco di voi. Ma quando si trovano ad affrontare tutto ciò che accade loro, non sanno dove andare, cosa fare e come affrontarlo. Questo è il tempo in cui i poteri spirituali agiranno: essi daranno prova dell’esistenza di Dio, daranno prova dell’esistenza delle leggi divine e della loro azione. Daranno prova di tutto ciò che è citato in tutte le religioni, della loro unità e della loro integrazione. Tutto verrà provato adesso, oggi. Se anche si ripete spesso tutto questo, molti non vi presteranno ascolto. Diranno: “Oh, Madre ci sta facendo il lavaggio del cervello”. Questo è ciò che mi hanno detto quando sono venuta per la prima volta in Inghilterra. Io dissi: “Questa non è la vita che gli esseri umani dovrebbero condurre. Non è adatta neppure agli animali. Come potete avventurarvi in queste cose cacciandovi così nei guai? In seguito mostreranno le loro conseguenze”. Ma a quel tempo nessuno voleva ascoltarmi ed erano tutti seccati con me. Dicevano: “Questa donna è austera”. Ci sono certi termini in inglese che sono di grande disapprovazione ed il primo di questi è “vittoriano”. Se siete dei vittoriani siete proprio dei casi persi, siete bollati e, a quel punto, non potete parlare. Ma direi che persino (l’epoca) vittoriana era migliore, nonostante convengo vi fosse una certa ipocrisia. L’ipocrisia è una brutta cosa, ma la spudoratezza è molto peggio. Se diventate spudorati, ciò si propaga come un incendio. Non esiste alcuna protezione. Se non altro, l’ipocrisia è una piccola protezione da questa diffusione. E oggi tutti si chiedono cosa ci sia di male in tutto ciò; e quando sono arrivata qui, ho subìto un grosso trauma. Non riuscivo a credere che gli esseri umani potessero arrivare a tanto per rovinarsi. Tutto questo è disastroso, assolutamente disastroso. E dato che una persona come Cristo, che non era altro che purezza, disse: “Non avrete occhi adulteri” - Egli parlò fino a quel punto, fino a quel punto sottile di purezza - sono rimasta stupita di come la gente lo abbia completamente rinnegato e di come tutti gli altri quali gli ebrei, qui persino gli indù, i cristiani, persone di ogni genere, non abbiano pensato a cosa stessero professando, a cosa stessero affermando e cosa fossero. Oggi, ripeto, vedrete uno ad uno altri risultati degli atti sbagliati commessi contro voi stessi. Questo perché avete superato tutti i limiti dei niyama, di come dovreste essere nei confronti di voi stessi. Oggigiorno tutti sembrano essere malati, mentalmente o fisicamente. Perché? Perché sono malati mentalmente? Questo è l’aspetto fisico della situazione. L’aspetto mentale è che possono imbattersi in cose di ogni tipo quali la stregoneria, lo spiritismo, o qualsiasi guru che arriva a parlare di Dio senza verificarne la credibilità, senza considerare cosa gli altri hanno ottenuto con questo. Non solo, ma ho visto persone che, dopo essere state danneggiate moltissimo, tormentate, ridotte completamente in miseria da questi guru, ancora professano, ancora si battono per questi guru, come se avessero perso tutta la propria libertà, tutta la propria indipendenza per reagire. L’altro giorno una signora è venuta a raccontarmi che era andata a stare da una parente. Questa sua parente era così strana che non dava da mangiare neppure cibo sufficiente; in casa c’era cibo razionato, lei chiudeva tutto a chiave e loro pativano veramente la fame, vedete. E lei, dato che la conoscevo molto bene, mi ha telefonato. Le ho detto: “Vieni a casa mia”, l’ho chiamata e sono rimasta stupita che accadessero queste cose nella vita di quella donna. Come poteva fare così? Qualcuno vicino a lei stava morendo di fame, ma lei non aveva una coscienza! Il motivo è che era un’alcolizzata. Beveva tantissimo. Suo marito beveva. Con quello che guadagnavano non avrebbero potuto permettersi di bere, semplice; per non parlare di tutto l’altro aspetto della questione. Lei invece beveva e suo marito pure. E con quei soldi che avevano non mangiavano molto, bevevano solamente e aspettavano che questa donna se ne andasse. Infatti, quando si diviene schiavi di una simile follia, come il bere o altro, si dimenticano tutte le relazioni e tutti gli altri doveri da adempiere. È come un pazzo che lavori come un matto, vedete, senza alcuna considerazione per le relazioni o per i doveri che ha nei confronti degli altri. Allora non ha neppure il tempo per pensare ai doveri verso se stesso. Diventa una personalità talmente arida da non avere neanche più una coscienza; e chiude la propria mente a tutto ciò che è bello, a tutto ciò che è sublime, a tutto ciò che è compassione. Si occupa soltanto di se stesso. Vuole bere, vuole bere e basta. Dirà molto seriamente: “Sì, ora devo bere. Mi piace”. Perciò non ha importanza se il suo cane non ha cibo, o se i figli devono patire la fame o devono lavorare per strada: a lui non importa, perché deve bere. Poi c’è un’altra cosa: oggi ad esempio ho visto che tante persone amano il cricket. Anche io so apprezzare e capire molto bene il cricket. Ma queste persone quanto tempo dedicano a se stesse? Insomma, stanno apprezzando qualcosa di divertente, ma per quanto riguarda l’intrattenimento del vostro Spirito? Avete mai pensato al vostro Spirito? Avete mai sbirciato dentro voi stessi e scoperto che c’è lo Spirito, ed esso deve essere soddisfatto e intrattenuto? E una volta che avrete intrattenuto lo Spirito non avrete più bisogno di altri divertimenti. Se ne avrete, va bene; se non ne avrete, va bene lo stesso. Questo è il piacere più elevato, il divertimento più elevato, la vita più elevata alla quale poter aspirare. Tutte queste cose giungono ad un livello in cui (la gente dice, ndt:) “Che c’è di male? Cosa c’è di sbagliato in questo e cosa in quello?”. Ebbene, adesso la natura vi mostrerà cosa c’è di sbagliato. Infatti voi con la ragione capite, a livello razionale comprendete, logicamente capite che una certa cosa è sbagliata; tuttavia c’è qualcun altro che dice: “Che c’è di male?”. Così adesso, sperimentando, capite. È l’unico modo rimasto alla natura per farvi comprendere: adesso sperimentate, soffrite. Esiste un altro modo: potete cioè fare l’esperienza del vostro Spirito. E poter sperimentare la gioia del vostro Spirito, è possibile soltanto in questo Krita Yuga. Ci sono entrambe le cose. Quando fa una cosa, Esso fa anche l’altra: vi dà anche l’esperienza della realtà, l’esperienza della verità, la vita eterna; e questo è ciò che si deve desiderare con impazienza. Ma le schiavitù devono essere un po’ ridimensionate. (Sahaja Yoga) fa anche questo. Sono rimasta stupita di come alcuni che erano stati degli ubriaconi e alcolisti fossero venuti in Sahaja Yoga e il giorno dopo avessero smesso. (Sahaja Yoga) fa questo. Le schiavitù di qualsiasi tipo, di qualsiasi abitudine, sono deleterie per la nostra crescita nello Spirito. Sono deleterie, ma non importa: se avete qualche abitudine, essa semplicemente scompare, come avete visto. Sahaja Yoga è un avvenimento talmente gentile e compassionevole da rendervi realmente persone diverse, che sono maestre di se stesse. Niente più schiavitù; tutti questi asservimenti scompaiono, tutta la paura sparisce. Diventate maestri di voi stessi e, in questa maestria, siete maestri di amore, di compassione, di saggezza. Dovrebbe accadere a tutti noi. Spetta a tutti voi. Siete stati creati per questo, vi siete tutti evoluti per questo: dovete ottenerlo. Ma esistono in noi tante identificazioni sbagliate a causa delle quali siamo attratti verso cose sbagliate, cose contro Dio, contro lo Spirito. Esistono tante cose che dirottano lì la vostra mente, in quanto avete tratto determinate conclusioni riguardo alla realtà. Voi pensate che la realtà sia quella. Credete che quella sia la realtà e volete stare attaccati a quello. Ma non è così. Io vi dico che dovete capire che la realtà è ciò che è. Dovreste affrontarla e gioirne. Non cercate di sovrapporvi le vostre idee, non cercate di organizzare la realtà: essa è ciò che è. E quando deciderete dentro di voi: “Sinora non sapevo ma devo sapere”, con questa umiltà, l’otterrete. Ciò non significa che dobbiate rinunciare al vostro denaro o ad altro, al rispetto di voi stessi o alla vostra libertà. Al contrario dovete entrare in quell’area in cui esiste la libertà suprema, la libertà suprema. Voi non siete liberi. Se pensate di essere liberi, siete tristemente in errore, in quanto siamo ancora schiavi di moltissime cose. Ma una volta che una persona diventi libera, non si preoccupa di nulla. Nulla può abituarla a qualcosa. Niente. Una persona così vive come un re, che viva in una capanna, per strada o in un palazzo. Non se ne preoccupa. Comunque sia è il re. Non vuole più nulla, ma dà, dà. È così ricca che nessuno può darle nulla. Dà, dà e dà. L’unica cosa che può fare è dare: non può prendere nulla. La sua capacità è tale che non può prendere niente da nessuno. Non esistono più queste attitudini a risparmiare danaro, a scansare il lavoro, a difendere le vostre poltrone, il vostro potere, la vostra posizione. Non rimane niente, poiché voi siete maestri di tutto. Niente è più importante del vostro Spirito di cui gioite e che si manifesta. È una grande fortuna che siate nati nel tempo del Krita Yuga e siate nati deliberatamente per ottenere la realizzazione. È questo il motivo per cui siete qui. Ma quanti di voi si rendono conto di dover accettare molte cose? Voi dovete ricercare la verità e non la falsità. Non dovete correre dietro ad individui che si prendono gioco di voi o che cercano di lusingare il vostro ego o introducono in voi delle entità rendendovi inutili sciocchi. Voi dovete divenire qualcosa di più grande, più sano, più potente e amorevole, affettuoso, compassionevole. Questo dovrebbe essere il ritratto della personalità che deve evolvere a partire dagli esseri umani. Altrimenti non potremo salvare questo mondo. Con il genere di persone che c’è adesso, non possiamo salvarlo. Stanno tutti scendendo a compromessi, manipolando, manovrando, come se stessero tutti affogando e ciascuno, in un modo o nell’altro, dovesse eliminare la persona davanti per emergere. Accadono tutte cose strane in questo mondo. Ciò avviene solo perché siamo molto insicuri. L’insicurezza scomparirà totalmente una volta che la luce, la luce del vostro Spirito, risplenda. Lasciate splendere la luce e osservate la vostra bellezza, la vostra gloria e la vostra forza di quel grande potere dell’amore di Dio dentro di voi; e allora sarete stupefatti di ciò che è. Come sapete, Sahaja Yoga non consiste in una o due conferenze o centinaia, ma l’avvenimento richiede una frazione di secondo. Dovrebbe accadere. Quando accade, potete ottenere la vostra realizzazione in un modo tale che neppure ve ne accorgerete. Ma poi dovete metterci la vostra volontà. Dovete prendervi cura di voi stessi, dovete rispettare voi stessi e proseguire in questo. È inutile discuterne. Anche se discutete posso portarvi fino ad un certo punto, perché questo è il regno oltre la mente, in quanto la mente è limitata. Noi dobbiamo raggiungere ciò che è illimitato e, per questo, deve aver luogo un avvenimento. Non possiamo promettervi che accadrà: se accade, bene. Possiamo aiutarvi in un certo modo ad ottenerlo, ma non possiamo essere sicuri che avverrà. Perciò, siate ricettivi e gentili con voi stessi e ottenete la realizzazione. Questa, per ora, è l’ultima volta che parlo a Londra: per un po’ di tempo non sarò qui. Forse a novembre, se verrò per un breve periodo, potrei essere a Londra o fuori Londra, da qualche parte in Inghilterra, non so dirlo. Spero che tutte le persone presenti oggi decidano che, se devono ottenere la realizzazione come una benedizione permanente di Dio, devono poi proseguire. Non potete limitarvi a questo incontro. Dovete proseguire, con domande più rilevanti. Dovete andare nei vari ashram e centri che abbiamo; dovete darvi da fare. Se siete uomini “importanti” ... L’altro giorno, ad esempio, è arrivato qualcuno che era un direttore generale e ha cercato di comportarsi in modo strano. Gli ho detto: “Se sei un direttore generale, questo non è il posto per te”. Dio non capisce: potreste essere re, potreste essere presidenti, potreste essere chiunque, ma Dio non capisce questi ruoli creati dagli uomini. I ruoli di Dio sono diversi e, se dovete entrare nel Regno di Dio, venite come persone umili. Abbandonate tutte le vostre idee circa le vostre importanti posizioni, l’alto livello di istruzione e tutto ciò. Siate umili. Se siete umili funzionerà; e non solo funzionerà, ma è l’unica possibilità che noi esseri umani abbiamo per trasformare il mondo intero. Non riesco a vedere nessun’altra possibilità. Spero che metterete tutti piena attenzione su questo e, ardentemente, con totale devozione, ricercherete il vostro Sé, la sua ascesa e la sua instaurazione.

Che Dio vi benedica tutti.

Se avete domande, oggi potete farmele. Sì? Ricercatore: Shri Mataji, potrebbe dire qualcosa a proposito della collettività e della necessità, per le persone realizzate, di stare insieme? Shri Mataji: Che cosa ha detto? Yogi: Madre, per favore, potrebbe dire qualcosa a proposito della collettività e della necessità, per le anime realizzate, di stare insieme? Shri Mataji: Oh, bene. È un ottimo suggerimento. Mi piacerebbe dire qualcosa sulla collettività. Finora, come sapete, nella storia della spiritualità c’è stato chi ha ottenuto la realizzazione. Molte persone l’hanno ricevuta. In tante, una dopo l’altra, l’hanno ricevuta, ma direi una su un milione o una su dieci milioni, in quanto, per cominciare, occorrono persone che ne parlino. Noi leggiamo sempre ciò che è stato scritto nel passato, ma quelli che hanno raggiunto la realizzazione da soli hanno sofferto molto e non hanno potuto trasmettere ciò che era necessario dare agli altri in un modo che fosse accettabile. Adesso, come vedete, ogni scoperta viene fatta in modo che tutti ne possano beneficiare. Ognuno può dire: “Oh, io ce l’ho. Posso averla a casa mia”; però non ha nessun valore. Non ha alcun valore, posso assicurarvelo. Vorrei dire che una personalità come Cristo venne su questa terra. Abbiamo avuto il Cristianesimo: ma cosa ne hanno fatto? Intendo dire che è una storia triste, pensare all’avvento di una tale personalità e al grande lavoro che ha svolto per stabilirsi nell’Agnya chakra, e a cosa poi ne ha fatto la gente. Il motivo è che Egli era solo. Era solo. Non fu un avvenimento di massa. Non era il momento, in quanto Egli doveva stabilizzare questo centro (indica l’Agnya, ndt). Senza questo, non avrebbe potuto verificarsi un evento a livello di massa, capite? Non avrebbe potuto essere una realizzazione a livello di massa. Egli tuttavia ne parlò: “Dovete rinascere”, e così via. Ma tutto naufragò in quanto non potevano arrivare all’essenza. Una persona di quel calibro, arrivando su questa terra, trovò impossibile convincere la gente e parlarne. Occorre dunque capire che qualsiasi processo evolutivo accade prima ad una o due persone soltanto, ma poi accade a molti. Ora, in Sahaja Yoga, a parte questo, esiste un altro problema. Indubbiamente sta accadendo a molte persone, è così, senza dubbio. A migliaia ottengono la realizzazione, non v’è dubbio. Sta funzionando così in quanto ora l’evoluzione è giunta allo stadio che io definisco il tempo della fioritura, in cui ci sono molti fiori che devono diventare frutti. Ma il motivo per cui è necessario avere una collettività, adesso che le persone ottengono la realizzazione in questo modo, è un punto molto importante da capire. Il fatto è che adesso, quando ottenete la realizzazione, cosa vi accade? Che entrate in relazione con il tutto. Il nostro microcosmo entra in relazione con il macrocosmo. Ad esempio, c’è il vostro corpo e voi state dormendo: dapprima avete un piccolo risveglio, aprite le dita, giusto? Poi aprite un altro dito. Bene, magari c’è un piccolo fastidio su un dito, ma non potete vedere nulla. Allora aprite gli occhi e rivolgete l’attenzione alle vostre mani. Quel fastidio potrebbe risolversi ma avete bisogno dell’aiuto dell’altra mano. Quindi volete che anche l’altra mano si risvegli fino a quel punto, così. Ebbene, quando i sahaja yogi si risvegliano sempre più, possiamo risolvere meglio i problemi che ci troviamo ad affrontare, in quanto ci lavorano molte persone. Ora capite il mio punto di vista? Insieme! Quando siamo insieme ci rendiamo conto se c’è un problema. Ora sto per andare in America, ci sono già stata nel 1970 o nel 1973, per la prima volta, mi pare, sì. La prima volta ci sono stata nel 1973. Ero da sola! Insomma, ho tenuto delle bellissime conferenze, abbiamo avuto enormi sale piene di gente, ma è tutto svanito. Il motivo è che coloro i quali avevano ricevuto la realizzazione non avevano nessuno che si occupasse di loro, non c’era nessuno che li sostenesse, li aiutasse; così si sono persi. Insomma, ci sono, ce ne sono alcuni qua e là. Ma ora cos’è successo? Oggi che sto per andare in America tutti pregano; in Australia pregano, in India pregano. (Funziona) come l’attenzione: vi sorprenderà che alcuni arrivino dall’India per andare in America, altri arrivino dall’Australia per andare in America. Qualcuno sta arrivando dalla Francia, qualcuno dalla Svizzera. Si stanno precipitando tutti in America. Adesso il lavoro è in America.

Bene, dunque (funziona) come l’attenzione: appena qualcuno mi punge in un punto, la mia mano si dirige lì, la mia testa si dirige lì ed ogni parte del corpo si mobilita. Pertanto sarà lo sforzo del lavoro collettivo a risolvere il problema. Ma se questo dito lottasse contro quest’altro dito, riuscirei mai a scrivere qualcosa? Oppure, se fossero separati e soli, riuscirei ad utilizzarli? Tutte le parti del corpo devono diventare in assoluto accordo fra loro. Ma tanti stanno ancora dormendo. Almeno quelli che si sono risvegliati devono restare uniti, altrimenti Sahaja Yoga non può funzionare. Oggi trovo molto più facile dare la realizzazione, molto più facile. Per quattro anni ho faticato moltissimo con sei persone, nella vostra Londra. Quattro anni per sei persone. Ma quando hanno ottenuto la realizzazione, tutto ha cominciato a funzionare più velocemente; e più persone abbiamo... infatti, il canale che deve essere usato è come i nervi del corpo. Voi diventate un nervo risvegliato di quel corpo; e quando i nervi cominciano a funzionare insieme, realizzando che c’è un’energia che fluisce attraverso di essi... Tutti voi dovete lavorare insieme con la comprensione del Divino. Funziona più rapidamente: chiunque abbia tutti i nervi in azione, sarà molto più dinamico di uno mezzo morto o completamente morto. Quindi potete comprendere quanto sia importante la collettività. Un’altra cosa, passando ad un aspetto molto piacevole di questo, è che quando i sahaja yogi si ritrovano collettivamente, gioiscono davvero: infatti per la prima volta cominciate a gioire degli esseri umani, per la prima volta. Prima non ne avevate mai gioito. Apprezzavate i fiori, apprezzavate qualsiasi altra cosa, ma non gli esseri umani. Un apprezzamento puro per gli esseri umani inizia a comparire quando divenite pienamente realizzati. Vi farò un esempio. Siamo andati a Calcutta per un giorno, io ero in una camera di un albergo e c’erano tre o quattro sahaja yogi in un’altra stanza. Un signore venne da me per la realizzazione. Quando gli risvegliai la Kundalini, tutti loro sentirono le vibrazioni e si precipitarono nella mia stanza per capire cosa fosse successo, come mai improvvisamente avessero sentito una tale gioia dentro di sé. Entrarono a vedere e c’era quest’uomo. Era una grande anima e loro avevano sentito delle vibrazioni straordinarie. Quindi non è un evento individuale, è un evento collettivo; e lo sforzo individuale sarà assolutamente inutile, verrà completamente neutralizzato. Se ve ne state a casa a meditare, non funzionerà. Non andrete molto lontano, poiché è il tutto che deve crescere. Vi faccio l’esempio di quando si fa il burro nella zangola. In India, non so, non facciamo come voi, lo facciamo in modo molto naturale, mettendo un po’ di burro lì dentro (nella zangola) e ricominciando poi ad agitare. Così, il burro comincia a raccogliersi intorno a quel burro e tutto si unisce. Tuttavia alcune particelle restano fuori, si attaccano ai lati della zangola, si attaccano qua e là. Non sono più burro, vengono eliminate in quanto siero. È così semplice. Vedete, più vi riunite insieme, più gioite davvero dello spirito di amicizia, dello spirito di allegria, dello spirito di amore nella sua forma pura. Finora l’amore è stato interessato. C’è il sesso, c’è la lussuria, c’è il denaro, c’è qualcos’altro, ci sono relazioni del tipo: “Sei inglese, perciò devo amarti”; “Io sono indiano, perciò devo amarti”. Ci sono tutte queste barriere assurde. Qui invece voi amate un essere umano perché è un essere umano ed è uno yogi, parla la vostra stessa lingua. Oggi ho partecipato ad una festa di matrimonio e la sposa e lo sposo hanno detto: “Verremo a Parigi con Lei, Madre. Verranno cento persone a Parigi perché dobbiamo trasformare Parigi”. “Ma” - ho detto - “vi siete appena sposati, adesso è meglio che vi godiate la luna di miele”. E loro: “Di cosa gioiremo? Ci godremo lì la luna di miele”. Così verranno anche loro (Shri Mataji ride). Anche se dico loro di non venire, non ascolteranno. Gioiranno della loro luna di miele solo lì. Non ho mai detto loro di venire. Al contrario, li esorto: “Andate, vi darò io il denaro per godervi la vostra luna di miele dove preferite”. Ma loro non hanno voluto andarci, in quanto sanno dove si trova la gioia: con i loro fratelli, amici e sorelle. È proprio così. Vi assicuro che il gioire degli esseri umani non era mai esistito prima. Ora c’è gente che vive in India, che vive in Australia, che vive qui, dappertutto; ma quando i sahaja yogi (occidentali) vanno in India, dovreste vedere come i sahaja yogi dei villaggi li abbraccino, come percepiscano l’unione. Non si sono mai sentiti così nei confronti dei bianchi. Se vedevano un bianco scappavano e si nascondevano sotto qualcosa, vedete; e anche ora, talvolta, si spaventano se vedono un bianco in un villaggio. Dicono: “Oh, Dio, sono venuti per distruggerci!”, o cose del genere. Ma ora tutto questo è finito. Adesso è un essere umano, sta arrivando un essere umano. Lo abbracciano tutti, infatti ormai non esiste più il concetto di nero, bianco o altro. È un tale amore che cresce, e una tale comprensione. Questo è possibile solo se imparate a vivere in modo collettivo. Inoltre la collettività vi fa capire a che punto siete. È molto importante. Una persona che non abbia vissuto in modo collettivo non può capire. Ho visto persone che hanno le proprie famiglie, vivono con le loro famiglie, sono sahaja yogi; ma quando arrivano in ashram, capiscono di non essere ancora arrivati a quel livello. Questo perché dovete adattarvi, dovete imparare ad adattarvi: non potete avere un vostro bagno privato, una stanza privata. D’accordo, se volete potete averli, ma dovreste anche sapervi adattare. Come sapete, io stessa vivo in grande agiatezza ma, se capita, posso vivere ovunque, non ho problemi di comodità o altro. Allo stesso modo niente ci impedisce di gioire. A causa di tutte queste cose, del nostro modo di portarci dietro persino il bagno, non gioiamo della vita. Vedete, si vuole avere tutto esclusivamente di prima categoria, per cui anche per un picnic ci portiamo tutto ciò che si usa in città. Allo stesso modo non possiamo gioire della vita, non possiamo gioire della natura, non possiamo gioire di nulla, finché siamo individualisti: “Oh, sarò io ad avere quella cosa”. Infine dobbiamo renderci conto che con l’individualismo si diventa maligni. Non sto dicendo di diventare comunisti, perché questo è un altro tipo di malignità, ma divenendo individualisti diveniamo maligni. Cos’è la malignità? È quando una singola cellula decide di crescere da sola, è incapace di crescere con il tutto, non ha nessuna coordinazione con il tutto. Ecco perché la si definisce un cancro. Il cancro non è altro che una cellula maligna isolata che dice: “Io devo ottenerlo; io posso farlo; io posso riuscirci”. E quando comincia a crescere così, chiunque tocchi diviene uguale a lei. Tutte queste idee come ritenersi una razza superiore, persone migliori, ricche, qualcosa di speciale, appartenenti ad un certa associazione, tutto questo sparisce. È tutto insensato. Noi ci identifichiamo con cose insensate, che ci rendono infelici e rendono infelici anche gli altri. E allora abbandonate tutto questo. All’improvviso scoprite: “Oh, che gioia!”. Non desiderate altro, volete semplicemente stare in compagnia dei sahaja yogi. Ho visto persone, ambasciatori, gente molto altolocata, fondersi proprio con i sahaja yogi. L’altro giorno c’era un uomo d’affari di Bombay. L’ho portato con me in un luogo chiamato Gurai, dove c’era una gran confusione, non c’erano dei veri bagni, c’erano... era proprio un posto dimenticato da Dio, vi assicuro [Shri Mataji ride]. E non c’erano neanche posti dove sedersi comodamente: c’erano solo la spiaggia, le palme e tutte queste cose. E quell’uomo si è perso in questo, totalmente perso, e ha detto: “Avrei voluto che questo giorno non finisse mai. È stato l’unico giorno in cui ho veramente gioito completamente”. Questo perché c’era una tale spontaneità, un tale amore spontaneo, una tale attenzione e una tale purezza nell’atmosfera. Per gioire di quella purezza dovete essere nella collettività. Stando seduti in una stanza non potete capire, non c’è alcun riflesso di voi. Non potete capire a che punto siete, fin dove state arrivando. La collettività è la cosa più importante, e chi cerca di dividere la collettività compie un’attività contro Sahaja. Noi lo definiamo un movimento a-Sahaja, o, si può dire, un’attività a-Sahaja. Voi dovete essere uno con il tutto. Coloro i quali hanno cercato di separarsi, affondano tutti, in Sahaja Yoga. Cercate di essere uno con tutti, di condividere e gioire dell’essere di tutti, perché Dio vi ha creati meravigliosamente. Siete così belli. E la gioia non dovrebbe andar persa a causa di certe barriere che avete, come ad esempio chi non può levarsi le scarpe. Insomma, immaginate quanto sono identificati con le loro scarpe: non possono togliersi le scarpe, sono stupidi fino a questo punto! Tutta questa stupidità sparisce quando incontrate persone realmente sagge intorno a voi. Vi sbarazzate di tutte queste idee insensate, che hanno veramente ossessionato la vostra testa finora, ve ne liberate e gioite davvero di tutti: che si tratti di un usciere, piuttosto che di un presidente, sono tutti uomini per voi. Non sono niente di più di questo. Tutto il resto sparisce e cominciate a gioire del vostro Sé. Ecco perché la collettività è l’unico modo in cui io posso far funzionare Sahaja Yoga. Non riesco a pensare di poterlo attuare attraverso persone separate, divise. È stato detto, anche Cristo lo ha detto. Gli avevano chiesto: “Che cosa dobbiamo fare?”. Egli rispose: “Quando vi amerete l’un l’altro, mi avrete reso la più grande giustizia”. È vero. Ed è quando sento il conversare amorevole dei sahaja yogi che mi sento più felice. Questa è la più grande felicità per me: che voi tutti vi amiate l’un l’altro con purezza, senza alcun tornaconto, dovreste amarvi tutti l’un l’altro soltanto per amore. Ed è così! Anche Krishna ha detto: “Ovunque le persone si riuniscano nel nome di Dio, io risiedo lì con loro”. Così, in questa comunità... è una cosiddetta comunità, poiché voi siete tutti uno e vi muovete ad un unico ritmo, con una sola comprensione, con una sola lingua; pertanto dovreste sempre incontrarvi tutti, chiamarvi ed avere contatti fra voi. È bellissimo, è musica, è poesia. Lo capite?

Che Dio vi benedica.

E rendetevi conto di quando escludete la vostra collettività: in quel caso prendetevela con voi stessi. Questa è una cosa che state cercando di insegnarmi adesso, (ma) io non ho intenzione di ascoltare questa assurdità. Noi siamo esseri collettivi anche sotto altri aspetti: intendo dire che non possiamo, non si può neppure bere senza la compagnia di qualcuno. Non si può mangiare da soli. Intendo dire che in tante cose, se non si è proprio dei reclusi, non si può vivere da soli. Allora come può accadere nella religione, nella ricerca, specialmente nel regno di Dio? Dovete essere tutti lì. Credo che sia stata un’ottima domanda, posta correttamente. Questo individualismo deve essere eliminato. Questo non significa che dobbiate vestirvi tutti come dei militari, non è necessario; o che dobbiate comportarvi tutti allo stesso modo, non è necessario. La varietà apporta tutta la bellezza. Ma ciò non significa che se io dico est, voi diciate ovest. Penso sia questo il problema principale (ride), non è forse così? Il fatto di non riuscire ad essere in accordo fra voi. Qual è il problema in collettività? Pensateci. Io posso domandarlo. Dovete uscire dai limiti individuali. Penso che tutti dovrebbero andare a vivere in ashram per un po’ di tempo. È una buona idea. Ma nell’ashram deve esserci collettività. Se nell’ashram ci si azzuffa e si litiga, a che serve anche vivere in ashram? Ma rimetto tutto a voi. Avete piena libertà. Decidete voi. Non vi ho dato molte regole e regolamenti perché voglio che usiate la vostra saggezza e sistemiate tutto da soli. Siete tutti molto saggi, ma dovete avere armonia. Ascoltate gli altri. Parlate con loro. Scoprite qual è il problema. Le persone bisticciano per piccole cose insignificanti. È molto sbagliato. Inoltre, dovete avere come leader una persona alla quale dovreste dare ascolto. Se mi accorgo che quella persona è inutile, la manderò via, lo sapete molto bene; non la manderò via come fa la gente, ma sarà proprio lei ad andarsene da Sahaja Yoga. Lo sapete molto bene. Quindi non dovrebbero esserci problemi. Ma nessuno dovrebbe cercare di dominare gli altri. Questa è un’idea sbagliata. Cercate di cambiare attitudine. Come dicevo: fino a che punto riuscite ad adattarvi? Fino a che punto riuscite ad adeguarvi? Valutiamo in questi termini. Dovete imparare questo da me, non è così? Dovete trovare modi e metodi per adattarvi agli altri. Cercate di imparare. Non è difficile. L’intero atteggiamento della vita, di competizione e quant’altro, dovrebbe essere modificato. Voi dovete competere in amore, competere nel fare cose buone, competere nel lavorare per gli altri. (E non:) “Io ho aperto la porta, adesso non risponderò al telefono” – è molto comune – “Ho lavato i piatti stamattina, quindi non li laverò stasera”. Le persone, ad un certo punto, cominciano ad approfittarsene. Lasciate che se ne approfittino: è a loro svantaggio. In realtà, se considerate l’altro aspetto, gareggiate nel servire, nell’amare, nelle cose buone, nel dire belle parole, nel comunicare in un modo più dolce affinché gli altri si sentano felici, per rendere felici gli altri. Cercate di modificare il vostro atteggiamento verso gli altri e gioirete realmente, vi assicuro, proverete gioia. È questo il modo. Sapete, se dite qualcosa per ferire e turbare qualcuno, questo turberà voi di sicuro. Potreste non mostrarlo, ma dev’essere così, in quanto tutto ciò che fate agli altri vi torna indietro. È un movimento lineare, vi assicuro. Non resta tutto lì, vi torna indietro. Cercate dunque di essere gentili con gli altri. Potreste dire che l’altro potrebbe cercare di danneggiarvi: non importa. Nessuno può danneggiarvi poiché voi siete lo Spirito. Chi mai può danneggiarvi? Voi siete lo Spirito. Perciò cercate di comprendere quella persona. Vi assicuro che dopo qualche tempo troverete che sarà divenuta molto dolce. Molti sahaja yogi sono diventati così, automaticamente. Sono tutti qui per ricercare Dio, no? Quindi per aiutarli dovete essere pazienti. Rinunciate ai vostri vecchi modi e metodi, devo dirvelo: non c’è nessun bisogno di essere bruschi, severi, adirati! (Shri Mataji ride) Ve lo dico per mia esperienza. Io ho provato tutte queste cose e funziona, non è così? Funziona. E voi dovete avere fiducia in loro e nella loro ascesa, nella loro qualità. Mi piacciono le persone che con me elogiano gli altri. Non mi piace chi critica gli altri. Cercate di sostenervi, di aiutarvi reciprocamente; e non parlate mai del loro passato o cose simili, è molto triste. Talvolta ho visto che le persone sono molto dure e, per rabbia, dicono cose che non si dovrebbero mai dire. Non è bello. Non è nello stile dei sahaja yogi. Non dovreste mai dire queste cose. Io vi dico mai cose del genere sul vostro passato? Quando mi scrivete, sebbene io sappia tutto di voi, vi ho mai parlato di queste cose? Allora perché voi dovreste parlare di cose del passato? Ho sentito dire che la gente va a ripescare certe cose e poi le rinfaccia. Ho sentito dire che rinfacciano le cose agli altri. Non va bene. Si dovrebbe essere molto gentili, molto garbati e capire che tutti hanno un enorme potenziale. Rispetto, rispetto e rispetto. Rispettate voi stessi e rispetterete gli altri. Ora spero che dopo questo discorso non avrete problemi di collettività e, se ne avrete, potrete riascoltare questo discorso più volte. E la mia particolare e umile richiesta è che cerchiate di ridurre le vostre spigolosità. Automaticamente le spigolosità degli altri si placheranno. Ma se non sono sahaja yogi, allora dovreste lottare tutti insieme. Tutti dovrebbero unirsi, se non si tratta di un sahaja yogi. Che nessuno osi tormentarvi o affliggervi. Quei giorni sono finiti ormai. Nessuno di voi verrà disturbato. Queste sono tutte forze sataniche e possono operare anche attraverso di voi. Dovete capire quando esse vi suggeriscono queste idee di lottare e litigare. Rendetevi conto che tutto questo è contro Dio. Voi state facendo il lavoro di Dio. Dovete dirigervi verso una maggiore comprensione, una maggiore coordinazione, perché questo è un lavoro immane e di natura così sublime che dobbiamo essere sublimi noi stessi. Bene, ora c’è qualche altra domanda? È stato un ottimo suggerimento, ma non datemi più suggerimenti così intensi da dover parlare per mezz’ora (risate, Shri Mataji ride). Sahaja yogini: Madre, quando Lei parla di coscienza collettiva, ciò esclude le persone che non sono sahaja yogi, e quindi significa che i sahaja yogi si stanno isolando dal 90% di quanti non sono sahaja yogi? Shri Mataji: Che cosa dice? Non riesco a sentire. Puoi avvicinarti? Vieni qui a dirmelo. Sì, bene. Sahaja yogini: Quando Lei chiede di essere consci collettivamente, questo esclude le persone che non sono sahaja yogi e quindi i sahaja yogi si isolano dalla gente, dalla maggioranza delle altre persone? Shri Mataji: Oh, ecco. No, no, no. Lei sta dicendo che quando i sahaja yogi si fondono insieme collettivamente, quelli che non sono sahaja yogi restano esclusi. Non è così. Vedete, i sahaja yogi devono essere abbastanza forti. Ora prendetela così: diciamo che ci siano alcune persone in acqua e altre sulla barca, intesi? Le persone che sono sulla barca sono sulla barca, quindi si trovano in una situazione diversa rispetto a quelle che sono in acqua. Questa è la situazione, giusto? Quindi, chi è sulla barca deve trarre in salvo chi è in acqua, capito? Quello che sto dicendo è che quelli che sono sulla barca devono prima di tutto essere uniti e poi, con tutta la forza, tirare fuori gli altri. Perché questa collettività? È soltanto per trarre in salvo gli altri. Questa collettività serve affinché ottengano la loro emancipazione, la loro realizzazione, capito? Non significa doverli escludere. In effetti, l’intera collettività esiste per salvare queste persone. Ma, vedete, sono in atto moltissime attività contro Dio in questo mondo, lo sapete. Ad esempio, c’è un guru che guadagna moltissimo denaro, capite? E ha rovinato molte persone. Ora queste vengono da me e sono salvate, così lui potrebbe mandare qui qualcuno, pagato solo per disturbarci. Allora il dovere di tutti i sahaja yogi è di riunirsi e fare in modo di dirgli: “Vedi, stai sbagliando. Il tuo guru ha fatto del male a noi e farà del male ad altri. Perché ti unisci a lui?”. Su quel punto tutti dovrebbero essere uniti. Ma se non sono forti e sono disuniti, non possono salvare gli altri. Vedete, questo è ciò che intendo dire. Non escludere: la collettività è per includere tutti. Va bene? Insomma, in parole semplici non esiste una specializzazione, in Sahaja Yoga. Tutti sono dottori di tutto (risate). Intendo dire che tutti i sahaja yogi devono formare un gruppo forte con cui ottenere lo sviluppo di Sahaja Yoga, attirando un maggior numero di persone in Sahaja Yoga, un maggior numero di persone che beneficino di Sahaja Yoga. D’accordo? Ho visto che ovunque esista una collettività... come in Australia, direi, dove si trova la collettività più numerosa, o in India ovviamente; ma tra tutti i paesi europei o, diciamo, le comunità di stile occidentale, l’Australia ha la collettività più numerosa ed ha raggiunto i massimi risultati. Proprio oggi Warren mi ha detto che, nella sola Sydney, le sale come questa sono gremite per i programmi. A Melbourne non c’è più spazio per i nuovi che stanno arrivando, nonostante il complesso sia molto grande. Sono stupita, insomma, di quanti stiano andando lì. E questo grazie alla collettività. L’aggregazione è iniziata appena sono andata lì, ma prima litigavano fra loro e molti sono scappati da Sahaja Yoga perché hanno pensato: “Queste persone litigano, che cosa possono darci?”. Il massimo è in Australia, penso. Poi c’è l’Austria che sta avendo qualche problema; e appena è sorto il problema è diventato un gruppo piccolissimo. Anche questo problema ora è risolto: è subentrata la positività, le persone si sono unite e tutto è rifiorito. Abbiamo visto che accade anche qui. Come mai il Partito Laburista ha perso? Se non avessero litigato, non sarebbero andati così male (Shri Mataji ride, risate). È proprio una semplice equazione: “L’unione fa la forza”, non è così? Ci sono altre domande? Bene. Quante sono le persone nuove qui oggi? Per favore, potete alzare le mani? Una, due, tre, cinque, sei. Bene. Posso chiedervi di venire nei posti davanti? Sarà meglio, inoltre mi aiuterà di più, perché siete molto sparpagliati, va bene? Venite, prego. Mettetevi comodi. Sì, venite tutti avanti. Sedetevi. Sì. Mettetevi comodi. Adesso portate altre sedie. Potete portare altre sedie qui, per i posti davanti? Douglas, puoi metterle in fila? Non si possono sollevare, sono fissate, è così? Va bene.

Ora, a tutti i nuovi, devo dire che non potete discuterne: deve funzionare dentro di voi, deve funzionare interiormente. È un avvenimento. Esiste un’energia dentro di voi, che noi chiamiamo Kundalini, che è il puro desiderio di fondersi con lo Spirito. Tutti gli altri desideri sono impuri. Ecco perché non siete mai soddisfatti. Adesso questo desiderio non è ancora risvegliato dentro di noi. Questo potere del desiderio - o energia del desiderio - risiede nell’osso sacro e deve essere risvegliato. E quando viene risvegliato, ascende, attraversa sei centri sottili, esce dal midollo allungato (entrando) nel cervello e poi fuoriesce da questa parte, che era un osso morbido nella vostra infanzia; allora voi iniziate a sentire una brezza fresca uscire dalla vostra testa e poi anche dalle vostre mani. Ora, questo è un processo vivente. Non si può forzare un seme a germogliare: esso germoglia da sé, spontaneamente, ma occorre metterlo nella Madre Terra. Allo stesso modo questo germoglia. Germoglia in modo spontaneo e, quando accade, dovete verificare da soli. Lo si può aiutare in quanto, se c’è un’ostruzione in qualche chakra, specialmente se il chakra del Nabhi è bloccato, accade che in questo centro la Kundalini cerchi di spingere; allora si può vedere facilmente, ad occhio nudo, la pulsazione o il movimento dell’osso sacro, proprio come un cuore, esattamente come un cuore. Queste cose voi non potete manovrarle, non potete ottenerle con degli sforzi. È qualcosa già posto lì dentro di voi e deve essere risvegliato. Ora ciò che noi possiamo fare è cercare di rimuovere gli ostacoli presenti durante l’ascesa della Kundalini. Questo è tutto ciò che possiamo fare. Ma se non funziona, possiamo riprovarci ripetutamente. Però dovete avere pazienza con voi stessi e comprendere che otterrete la vostra realizzazione. Non è così difficile. Tutte le persone sedute qui hanno ricevuto la realizzazione e in maggioranza si sono stabilizzate in essa. Sanno quali sono i chakra, quali sono i blocchi e come rimuoverli, come alzare la Kundalini. Tutto questo lo saprete anche voi. Tutta questa padronanza l’avrete anche voi; ma dovete, come ho detto, dovete avere quello zelo e quella costanza con la quale l’otterrete. Sta dunque a noi risvegliare la vostra Kundalini ed aiutarvi ad ottenerla. Quando poi l’avrete ricevuta e ne avrete la padronanza, toccherà a voi insegnare agli altri e dare la realizzazione. È così semplice. Sono sicura che stasera funzionerà e andrà tutto bene. Dovremmo tutti collaborare fra noi. Ora, ad alcuni che sono spaventati, devo dire che non c’è nulla da temere in Sahaja Yoga. Migliaia di persone hanno ottenuto la realizzazione senza difficoltà. E quelli che stanno ancora discutendo nella loro mente, adesso devono smetterla poiché (finora) non l’hanno trovata; è meglio che vi prepariate ad avere la realizzazione. Non si deve pagare per questo. Non potete metterci alcuno sforzo, non si può fare nulla. Deve funzionare, va bene? Con questa comprensione, cercate di fare in modo di collaborare con me per le poche cose che vi dirò. Una di queste è semplice: consiste nel togliervi le scarpe. Per favore, toglietevi le scarpe. Non c’è niente di particolare nelle scarpe, sapete. Se ve le togliete vi rilasserete un po’ di più; inoltre sento che ciò aiuta la Madre Terra ad assorbire molto bene i problemi. È un metodo molto semplice con il quale dovrebbe funzionare. Vi chiederei dunque di rivolgere entrambe le mani verso di me, in questo modo, e chiudere gli occhi. Tutto qui. Chiudete gli occhi. Poi capirete anche perché vi ho chiesto di rivolgere le mani verso di me. Quindi non pensateci. Ci sono cinque dita e sette centri, tutti sulle vostre mani; e quando rivolgete le mani verso di me, il messaggio arriva alla Kundalini ed essa si risveglia. Vi appartiene, tutto vi appartiene. È soltanto che, come una candela accesa ne accende un’altra, io illumino voi; e dopo voi potete illuminare gli altri, proprio nello stesso modo. Bene. Vi chiederei anche di togliervi gli occhiali, se li avete, poiché ciò aiuta anche la vostra vista. Aiuta la vostra vista. Toglietevi gli occhiali e qualsiasi altro ostacolo, qualsiasi cosa un po’ scomoda; potete diminuire la pressione della cintura, se è molto stretta. Ovunque sentiate cose che stringono potete allentarle. Appoggiate entrambi i piedi sul pavimento, leggermente discosti l’uno dall’altro, in quanto entrambi i piedi hanno problemi differenti e devono essere trattati in modo diverso. Ora per favore tenete gli occhi chiusi, e vi chiederei di non aprirli finché non ve lo dirò io; questo perché se gli occhi sono aperti la Kundalini si rifiuta di salire fino all’Agnya. Perciò, per favore, tenete gli occhi chiusi. Con completa fiducia in voi stessi, attendete e funzionerà. Se non funzionerà, cercheremo di spiegarvi come poterlo attuare da voi, risvegliando i vostri centri. Dovete stare seduti tranquillamente. Per favore, mettete la mano destra – non aprite gli occhi – per favore, appoggiate la mano destra sul cuore. Poiché la mano sinistra è la mano del vostro desiderio, dovrebbe essere tenuta per tutto il tempo dov’è adesso. Dovete muovere solo la mano destra in quanto la destra è la mano dell’azione. Ora, a questo punto dovete dire... (appoggiate la) mano sul cuore - se indossate un cappotto sarebbe meglio metterla (sul cuore) da sotto il cappotto - e la mano sinistra verso di me sul ginocchio, comodamente. Adesso per favore, con totale sincerità, dovete chiedere nel vostro cuore per tre volte: “Madre, sono io lo Spirito?”. Ora, perché vi dico di chiamarmi Madre? Perché dovreste chiamarmi Shri Mataji, che però è uno scioglilingua e credo sarebbe difficile (da pronunciare). Quindi per renderlo più semplice, vi suggerisco di chiamarmi Madre. Per favore, chiedete: “Madre, sono io lo Spirito?”. Questo perché lo Spirito deve venire nella vostra attenzione; dovete diventare lo Spirito. Molti credono che, pregando senza essere realizzati, Dio farà ciò che vogliono. Non lo farà, in quanto non siete ancora connessi. Dovete essere connessi con Dio, ecco perché Cristo ha detto che dovete rinascere. Non è una cosa artificiale, è una realtà. Ora, dato che lo Spirito è la vostra guida, è il vostro guru, non avete più bisogno di altre guide, abbassate la mano destra sullo stomaco, sempre sul lato sinistro, e premete leggermente. Mettete la mano destra sullo stomaco, sul lato sinistro, e la mano sinistra verso di me, premete leggermente e dite... dovete mettere la mano sul vostro stomaco, lo stomaco, sul lato sinistro e premere un po’, in quanto qui risiede... la mano destra, la mano destra, portatela sul lato sinistro e mettetela sul centro (sottile) dalla parte sinistra. E adesso chiedete: “Madre, sono io la mia guida? Sono io il maestro di me stesso? Sono io il mio guru?”. Ponete la domanda dieci volte in quanto ci sono dieci sotto-plessi dentro di noi. In seguito, il vostro guru, che è il vostro Spirito, vi guiderà, in quanto avrete la consapevolezza vibratoria, una nuova dimensione nella vostra consapevolezza. Diverrete collettivamente consci: lo diverrete, ripeto. Non è solo una conferenza, è un avvenimento. Per favore, chiedete per dieci volte: “Madre, sono io la mia guida? Sono io il mio guru?”. Ora rimettete la mano destra sul cuore e adesso potete affermare: “Madre, io sono lo Spirito”. Ditelo. Sul cuore, sul cuore, mettetela sul cuore, la mano destra sul cuore, dove si trova, dove risiede lo Spirito; esso è riflesso nel vostro cuore. Quindi dite: “Madre, io sono lo Spirito”, con piena convinzione. Dovete dirlo dodici volte. Ora, poiché lo Spirito è senza colpe, non commette mai peccati, è immacolato, è un diamante assolutamente, impeccabilmente puro splendente in voi, dovete portare la mano destra alla base del collo sul lato sinistro - dobbiamo sempre muoverci sul lato sinistro - alla base del collo sul lato sinistro. Questo è un centro molto importante, un centro fondamentale per gli occidentali; è quello attraverso il collo, sulla parte sinistra del collo. Appoggiate la mano sulla spalla sul lato sinistro. Passate davanti, sarà più facile, e premete con forza. E su questo centro dovete dire per sedici volte: “Madre, io non sono colpevole”. Infatti, se siete lo Spirito, come potete essere colpevoli? Ma dovete dire davvero: “Io non sono colpevole”. Distaccatevi da tutte le idee di aver fatto questo o quell’errore, di aver commesso questo e quel peccato. “Madre, io non sono colpevole”. Ditelo sedici volte, per favore. Voi non siete colpevoli: lo pensate soltanto. Pensando avete reso infelici voi stessi. Non c’è da sentirsi colpevoli di nulla. Ora portate in alto la stessa mano, sulla fronte, in orizzontale. Sulla vostra fronte in orizzontale. In questo punto dovete perdonare gli altri. Questo è il centro di Cristo. Egli ha perdonato coloro che lo hanno crocifisso. Allo stesso modo, voi perdonate tutti. Perdonate tutti. Per favore, perdonate tutti. La gente dice che è difficile perdonare, ma se non perdonate in realtà fate del male a voi stessi, non a chi vi ha danneggiato. Quindi dite: “Madre, io perdono tutti”. Con il cuore, tutto ciò che dite agisce. Quindi, per favore, dite: “Madre, io perdono tutti”. Se non lo dite con il cuore, non avrà effetto.

Ora portate la mano sulla sommità della testa, dove avevate un osso morbido: premete forte con il palmo e muovete un po’ la testa, il cuoio capelluto – se la mettete di traverso è più facile -in senso orario. Qui c’è il punto della liberazione, il punto in cui ottenete moksha, in cui ottenete la realizzazione. E io non posso oltrepassare la vostra libertà. In questo punto dovete dire: “Madre, io desidero la mia realizzazione, per favore, donami la realizzazione”, almeno sette volte. Ditelo sette volte. Sta uscendo molto calore. Questo è positivo. Lasciate uscire il calore. Ora sollevate la mano e verificate se fuoriesce una brezza fresca o calda. Prima uscirà il calore. Potete cambiare mano e verificare con l’altra.

Con la mano destra verso di me, con la mano destra verso di me e la sinistra sulla sommità della testa, e sentite se fuoriesce una brezza fresca. [Shri Mataji si china verso il pubblico e appoggia il microfono sul Suo Sahasrara]

Potete cambiare ancora mano. Quando volete potete cambiare mano e verificare se fuoriesce una brezza fresca. Lui l’ha ottenuta. È nato realizzato. Nessun problema con lui. Lo è! Fategli sentire le vostre. Sentite lui. Sopra, sì. Lui l’ha ottenuta? Le loro certificazioni sono corrette, se vi danno la certificazione. Tu l’hai ottenuta molto tempo fa (ride). [Shri Mataji si rivolge molto probabilmente ad un bambino, intendendo che quando sono i bambini a sentire la brezza fuoriuscire da una persona, segno che la realizzazione è avvenuta, certamente non sbagliano, ndt] Hai sentito? Non ancora. Non aprire gli occhi. Tieni gli occhi chiusi. Funzionerà. Cambiate mano, una alla volta, e verificate voi stessi. Mettete l’attenzione lì e controllate. Dovete farla funzionare voi stessi. Non siate delusi e non rimaneteci male. Andate avanti, funzionerà.

Ora chiederò ad alcuni sahaja yogi di venire a sentire per aiutarvi. Venite, per favore. Dietro a queste persone, sapete, quelle sedute. Potete verificarle? Questo piccolino può scoprire tutto di tutti. (Shri Mataji ride) Ora, qui, tenete gli occhi chiusi. Funzionerà. Non preoccupatevi e non siate delusi. Deve funzionare, deve funzionare. Tu hai sentito la brezza fresca? Bene. Tu l’hai già sentita. Bene. E tu? No? Perché sei così avvilito? Funzionerà. John, senti questo signore. Ora, non pensateci, restate in meditazione. Lui l’ha avuta. Il primo l’ha avuta. Il secondo signore. [Interruzione del video. Poi il video riprende con dei bambini sul palco intorno a Shri Mataji che distribuisce loro del cibo]

Shri Mataji: Tu, come ti chiami? Bambina: Anna. Shri Mataji: Anna. [La bambina dice qualcosa che non si sente.] Shri Mataji: Facciamo venire lui qui, facciamolo venire qui. Lei andrà in America adesso, andrà in America... [non si sente.] Ciao William, vieni! Vieni su, vieni su, vieni su. Prendi qualche chana. Tu stai attenta! Stai attenta. Vieni. William? Vieni qui. E i suoi denti? Yogini: Sì, gli stanno già spuntando due grossi denti, Madre. Shri Mataji: Ma come può mangiare questi, li mangia? Ci riesce? Bene. Vieni da questa parte, va bene? Potresti cadere. Adesso vieni da questa parte, va bene? Metteremo questo lì. Bene, ora. Ora. Prendi questo. Ne vuoi? Ti piace? Bene! Ne vuoi ancora? Ne vuoi ancora in mano? Bene, tieni. E tu? Ne vuoi ancora? Bambino: Ancora! Shri Mataji: Ancora? Dove sta andando? Nel tuo stomaco? Ora vieni, vieni. Prendi. Poi vai a digerirlo lì, digeriscilo. Se vuoi questo prima mangia quello. Hm? Oh. Prendi questo, prendi questo. Gettalo via. Ora vieni qui. Vieni, vieni, vieni. Chi è? ... State tutti lì in piedi... non dovreste cadere. Elizabeth? Ne vuoi ancora?

[Fine del video]

[1]Niyama deriva dalla parola sanscrita yama che significa “controllo”, preceduta dalla negazione ni-,quindi viene tradotto letteralmente come “non controllo”. Gli Niyama sono anche definiti come le attitudini e i comportamenti da seguire mentre si affronta il percorso dello yoga (al contrario degli Yama che sono invece restrizioni riguardanti il comportamento e la condotta morale del praticante). Tradizionalmente si evince che quando la pratica degli Yama, i principi etici e morali, si è stabilmente consolidata, l’aspirante potrà cominciare ad affrontare il secondo degli ashtanga, gli 8 stadi dello yoga, spiegati dagli Yoga Sutra di Patanjali, ovvero i Niyama. In realtà questi due stadi sono molto legati tra di loro e dovrebbero essere praticati contemporaneamente.

Porchester Hall, London (England)

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