Primo Programma Pubblico 1991-12-06
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(SOTTOTITOLI DA REVISIONARE) S H R I M A T A J I N I R M A L A D E V I Primo Programma Pubblico Madras (India), 6 Dicembre 1991
Mi inchino a tutti i ricercatori della verità.
Se siamo autentici ricercatori della verità, dobbiamo essere onesti e sinceri al riguardo, essere sinceri con noi stessi, e trovare una motivazione alla nostra esistenza in questo mondo. Ci sono moltissimi sadhaka[1] che praticano da mattina a sera qualche genere di rituale, qualche tipo di meditazione, qualche sorta di bhakti[2] o letture. Ma occorre comprendere che cosa abbiamo ottenuto facendo queste cose, a che punto siamo.
Come Madre, direi: “Figlio mio, hai fatto così tante cose nel corso della tua ricerca, ma che cosa hai trovato? Hai ottenuto la realtà assoluta? Hai ricevuto ciò che è descritto nelle scritture?”.
Per questa canzone in marathi cantata oggi... - avrei voluto che avessero cantato qualcosa in sanscrito, sono molto bravi con il sanscrito, cantano anche (liriche) di Adi Shankaracharya e tutto il resto; lo faranno domani - questa canzone fu scritta nel dodicesimo secolo da Namadeva, un poeta che successivamente si recò in Punjab, dove fu molto considerato da Guru Nanak il quale gli chiese di scrivere in lingua punjabi. Allora lui studiò il punjabi e scrisse un libro molto voluminoso, e nel Granth Sahib[3] sono riportati molti dei versi estratti da lì.
Egli (Namadeva) era un comune sarto, un normalissimo sarto, e si recò a trovare un altro santo, di nome Gora Kumbhar, che viveva in un altro villaggio. Kumbhar significa vasaio, una persona che fa oggetti di terracotta, e Gora Kumbhar era intento a preparare l’argilla per il suo lavoro. Namadeva gli si presentò e disse: “Sono venuto qui a vedere il Nirgun, il senza forma, per vedere Chaitanya; ma qui è in Saguna, ossia ha preso forma”. Soltanto un’anima realizzata, solo un santo può dire una cosa simile ad un altro santo, poiché conosce la realtà assoluta. Ma le persone non realizzate non possono capire che cosa c’è oltre questa vita.
Anche nella religione cristiana abbiamo Tommaso, il quale venne fino in India e scrisse molti trattati, che furono conservati in una grotta in Egitto e successivamente scoperti. Adesso, dopo quarantotto anni di ricerche, è stato scritto un libro su di lui. È stupefacente come egli, in tutti i suoi scritti, descriva Sahaja Yoga, dicendo che si deve fare l’esperienza della realtà.
Certo, ogni libro, ogni scrittura afferma: “Conosci te stesso”: chi sono, devo scoprire chi sono. Poiché è stato detto questo, il nostro sforzo dovrebbe essere proteso a trovare quel sé che è dentro di noi. Noi diciamo: “Il mio corpo, la mia voce, il mio naso, il mio Paese, mio, mio”...Ma chi è questo ‘io’ al quale appartengono tutte queste cose? Da dove proviene questa ispirazione? Questo ‘Io’ è dentro di noi, riflesso nel nostro cuore.
Devo chiedervi di non accettarmi ciecamente. La cecità non è di alcun aiuto. Ma io vi propongo un’ipotesi, come accade nella scienza, su come ciò avviene e tutto il resto. Se sarà provata, e se vi renderete conto di aver percepito e sperimentato ciò di cui vi parlo, allora, da persone oneste, dovrete accettarla.
In Occidente abbiamo problemi diversi rispetto a quelli che abbiamo qui, problemi gravissimi. Per prima cosa sono andata in Inghilterra, e voi sapete come sono fatti gli inglesi: teste dure, difficili da aprire. Ma una volta che si aprono, sono estremamente eruditi, e si sono precipitati in diverse biblioteche ed università scoprendo ogni cosa a proposito della Kundalini.
Molto è già stato scritto dai Nath Panthis che sono stati qui ed hanno svolto molto lavoro per quanto riguarda il risveglio della Kundalini, ma è andato perduto. E quando alcuni tedeschi ed altri vennero qui, ricevettero dai tantrika insegnamenti errati che essi riportarono da qui. E fu un tale malinteso ed una conoscenza tanto errata, che ho letto un libro tedesco in cui si dice che la Kundalini risiede nello stomaco, e viene data ogni spiegazione. L’autore era indubbiamente un uomo molto erudito, ma il punto è che non so che cosa abbia imparato; ed è così che costui ha descritto la Kundalini.
Questa conoscenza ci è nota da molto tempo. Abbiamo avuto tre tipi di movimenti verso il Divino. Uno erano i Veda. Vida significa conoscere. Tommaso chiamava le persone che detenevano la conoscenza ‘gnostici’, da gn. Non so se nel sud diciate gnana o gyana, ma in marathi diciamo gn. La parola ‘gnostico’ ha la stessa radice, indica cioè una persona che detiene la conoscenza; non una conoscenza esteriore dovuta ai vostri sforzi mentali o a sensazioni emotive, ma qualcosa che va molto oltre. E si tentò di percorrere questo sentiero; tuttavia, il primo shloka dei Veda afferma che, se non si ha la conoscenza, non serve a niente leggere questo libro. Ma cosa significa ‘conoscenza’? Significa conoscere sul proprio sistema nervoso centrale; non sul piano mentale o fisico, bensì ad un livello molto più elevato.
Noi siamo diventati esseri umani, ma dobbiamo riconoscere con umiltà che non siamo creature perfette. Ci manca qualcosa; diversamente, perché si litiga, perché si combatte? Insomma, tutti i problemi sono per lo più creati dall’uomo: problemi ecologici, economici, politici. Se si risale alla fonte, sono gli esseri umani a creare tutte queste cose. Cos’è quindi che non va negli esseri umani? Gli animali sono a posto, sono pashu: significa che sono sotto il pasha, sotto il controllo di Dio. Invece, gli esseri umani hanno la libertà, sono in preda alla confusione, e tutti questi problemi esistono perché non hanno la conoscenza reale.
Che cos’è, quindi, la conoscenza reale che dovremmo ricercare e verso cui dovremmo dirigerci? Si cercò di capirlo dai Veda, ma si tentò più che altro di comprendere la natura ed i cinque elementi. Venerando i cinque elementi, secondo noi (ossia secondo Sahaja Yoga, ndt) si spostarono verso il lato destro, ed il movimento sul lato destro è molto evidente nella mitologia greca; e successivamente dalla Grecia ebbe origine qualche sorta di scienza, ed è così che ebbero inizio tutte queste cose.
Il lato sinistro era la bhakti. La gente iniziò ad adorare Dio con fede cieca, andando a venerare Dio in templi e chiese e credendo nei santi. L’India in particolare è benedetta in modo speciale, poiché ogni insegnamento lo abbiamo ricevuto dai santi, malgrado sia stato poi molto distorto e sia anche alquanto ristagnato. Ma la conoscenza ci è venuta dai santi, dai maharishi, e da grandi veggenti.
Un altro punto a favore degli indiani è che la loro religione non è organizzata, non vi è un’organizzazione che la gestisca. Questa è una grande benedizione.
Malgrado ciò, anche tutte queste ideologie contenute nei Veda divennero una sorta di maya mentale, per questo abbiamo Arya Samaj e tutte queste cose che sono molto difficili. Insomma, qualsiasi praticante di Arya Samaj incontriate non sapete come averci a che fare: parla, parla in continuazione, Dio solo sa che conoscenza abbia. Non ha raggiunto l’obiettivo, ma è soddisfatto delle sue letture, delle sue continue ed eccessive letture. Questo è ciò che ha detto Kabir: “Padi padi pandita murkh bhayo”, ossia: “Leggendo troppo, anche i pandit sono diventati stupidi”. Mi chiedevo come fosse possibile, ma adesso ne incontro molti così.
Il fatto è che, leggendo, non potete conoscere l’assoluto. Supponiamo che un medico vi prescriva un farmaco per il mal di testa, l’Anacin. Leggendo la ricetta: “Anacin, prendete Anacin, assumete Anacin”, il mal di testa aumenterà o diminuirà? Dovete proprio prendere il medicinale. E questo è ciò che è scritto nei Veda: dovete scoprire il vostro Sé. Una parte dei Veda sono le Upanishad: anche in tutte le Upanishad, si afferma soltanto che dovete scoprire il vostro Sé.
Anche se leggete lo shastra di Patanjali, all’inizio vi è un piccolo accenno a vyayama, si descrivono le ashtanga[4]. È un aspetto molto limitato, ossia i cosiddetti problemi fisici che hanno affrontato. Noi le utilizziamo anche in Sahaja Yoga, ma in base alla conoscenza di dove è il problema; non come fanno tutti quelli che praticano esercizi ed altro procurandosi infarti e problemi di ogni tipo, calore, ipertensione. A volte soffrono di ipotensione e altre volte di ipertensione, e vengono a dirmi: “Madre, noi pratichiamo yoga e, sa...” Vedete, noi non siamo soltanto esseri fisici, non siamo soltanto esseri mentali o emozionali, ma siamo esseri spirituali.
Il secondo tipo di movimento che abbiamo avuto in questo Paese è la bhakti. Praticare la bhakti, andare nei templi va bene, ma anche questo ha iniziato a deteriorarsi, poiché non si capisce cos’è la bhakti. Shri Krishna lo ha detto nella sua (Bhagavad) Gita. Dovete sapere che Shri Krishna era un diplomatico, non una madre, e sapeva come sono fatti gli esseri umani. Voleva che girassero e girassero in tondo per scoprire la verità, perché a nessuno piace una dichiarazione diretta. In quel tempo, in particolare, la rivelò soltanto ad Arjuna. Egli dichiarò tre cose nelle quali potete vedere la sua diplomazia. Cercate di leggere fra le righe. Per prima cosa disse che si deve avere gyana. Non era un buon venditore, perché un venditore non vi svelerà mai subito la cosa migliore; ma lui affermò che ci si dovrebbe dedicare a gyana. È così. Gyana indica questa conoscenza sul sistema nervoso centrale.
Ma la seconda cosa che affermò è che si dovrebbe praticare la bhakti: “Qualsiasi frutto o acqua mi offriate, io l’accetterò, ma la bhakti che praticate deve essere ananya”. Se conoscete il sanscrito, ananya indica lo stato in cui non esiste l’altro, quando siete un’anima realizzata. Se non siete connessi, cos’è la vostra bhakti? Molti si lamentano: “Madre, ho digiunato, ho fatto questo e quest’altro, e guardi in che condizioni mi trovo: sono diventato nevrastenico”. Non è un errore di Dio; è che voi non siete ancora connessi. È una cosa semplice come un telefono. Se il telefono non è collegato, a che serve telefonare? Romperete il telefono. Pertanto, la bhakti senza la connessione è errata, per questo Krishna ha detto: “Yoga kshema vam aham”, ossia “Prima Yoga, poi Kshema” (bene, benessere, ndt). Per prima cosa dovete conseguire lo Yoga e poi arriverà il vostro benessere; diversamente non funzionerà. Con grande sottigliezza egli ha anteposto lo Yoga. Perché non ha detto Kshema e poi Yoga?
Riguardo alla bhakti ha detto questo. A proposito del karma ha affermato: “Svolgete tutto il lavoro e poi ponetelo ai Piedi di Loto di Dio Onnipotente”. Questo non è possibile. Molti dicono: “Madre, tutto il mio lavoro lo rimetto ai Piedi di Loto di Dio”; anche gli omicidi, penso! È solo un’idea mentale dire: “Rimetto tutto ai Piedi di Loto di Dio”. Non potete, perché non siete in quello stato.
Invece, un sahaja yogi non mi dirà: “IO sto alzando la Kundalini”, ma dirà: “Madre, non sale, non arriva...”. Parla in terza persona. Dirà: “Non passa da questo lato”, in terza persona, perché ‘lui’ non esiste più.
Questo è il karma: è automaticamente ai Piedi di Loto di Dio Onnipotente. In effetti, è Lui che fa tutto. Noi siamo soltanto strumenti. Se questo strumento (microfono) dicesse: “Sono io a parlare”, voi non lo accettereste. Allo stesso modo, quando affermiamo: “Ho rimesso il mio (lavoro, ndt)...” – come se prendessero un fardello e lo mettessero ai Piedi di Loto di Dio – non è così. È automatico, è spontaneo. È sahaja, nato con voi.
Avete tutti questa energia dentro di voi. Ora vi sono libri che descrivono la Kundalini come qualcosa di molto pericoloso. È un assoluto nonsenso, vi dico. Mi sono recata in moltissime nazioni, tantissime persone hanno ricevuto la realizzazione e in loro non vi è traccia di problemi. Al contrario, sono migliorate sotto ogni aspetto. Da un giorno all’altro la gente ha abbandonato le droghe, le cattive abitudini, è stata curata.
Io non faccio niente. Intendo dire che voi potreste pensare che sto facendo qualcosa, ma non è così; la vostra Kundalini compie il lavoro. È molto sorprendente come funzioni e come vi aiuti; infatti è vostra Madre, la vostra Madre individuale, e sa tutto di voi. È tutto registrato in lei, si può dire. È disposta in tre spire e mezzo – a causa di una certa formula matematica – e, quando sale, può rilasciare un po’ di calore a causa del piccolo sforzo che deve affrontare. A volte in alcune persone si genera un po’ di calore. Se siete affetti da problemi al fegato, potreste sentire un po’ di calore nelle mani, tutto qui. Ma avete tutti questa Kundalini, ed essa è il puro desiderio dentro di voi.
Voi sapete che in economia vige la legge secondo cui, in generale, i desideri non possono essere soddisfatti. Oggi vogliamo una casa, domani una macchina, dopodomani un elicottero, e va avanti così. Quando non abbiamo qualcosa lottiamo per averlo, e poi, quando lo otteniamo, non siamo contenti. Questo, invece, è il puro desiderio di essere un’unica cosa con questo potere onnipervadente dell’amore di Dio. Noi non pensiamo nemmeno che esista un tale potere, lo diamo per scontato. Vediamo ogni cosa creata, vediamo fiori meravigliosi, vediamo un enorme albero venir fuori da un minuscolo seme. Osservate i nostri occhi, sono splendide telecamere: chi le ha create? Chi ci ha fatti evolvere fino a questo stadio? Che cos’è il potere che ci ha resi esseri umani? Noi non vogliamo mai scoprirlo, poiché la scienza non può darci spiegazioni su come germogli un seme, su come siamo diventati esseri umani. Quindi, fino a quel punto va bene; oltre quello non vogliamo sapere.
Dio Onnipotente ha diffuso ovunque questo meraviglioso chaitanya, questo Brahmachaitanya. Se dico questo, dovete sperimentare e poi dirmi se esista o no. Ma dire di no a priori significa negare a voi stessi la possibilità di connettervi a questa energia vitale. Questa energia vitale ci ha indubbiamente fatti evolvere: essa organizza tutto, crea tutto, vibra tutto, coordina, limita e, soprattutto, vi ama. Perciò essa pensa fino a che punto spingersi con voi. Questa splendida energia pervade ogni cosa, ogni atomo ed ogni germoglio vivente, ogni essere vivente. Agisce in maniera tanto splendida che non ci rendiamo conto della sua delicatezza. Non ci accorgiamo neanche di quando fioriscono, sbocciano e si aprono i fiori; non lo vediamo. Essi sbocciano e noi diciamo: “Oh, oggi c’è un fiore”. Avviene in modo così dolce e bello che non ci accorgiamo nemmeno della sua esistenza in alcun modo, però esiste.
E finché non siamo collegati a questa energia, non possiamo conoscere la realtà assoluta, poiché lo Spirito dentro di noi non è nella nostra attenzione. Egli è testimone della nostra attenzione. Quando però la Kundalini ascende, attraversa sei centri, attraversa l’area dell’osso della fontanella, e questa è l’esperienza del vero battesimo; e, a quel punto, lo Spirito entra nella nostra attenzione come una luce. Così i nostri nervi assumono una nuova dimensione, una nuova dimensione grazie alla quale diventiamo, diventiamo – ripeto, diventiamo: non si tratta soltanto di tenere una conferenza, non è millanteria, non è una sorta di certificato – diventate proprio consapevoli collettivamente: samuhik chetana.
Potete percepire gli altri. Potete sentire sulla punta delle dita – ci sono cinque, sei, sette centri sul lato sinistro e sette centri sul lato destro. Questi sette centri rappresentano il vostro lato emotivo, mentre questi altri il vostro lato fisico e mentale. Potete sentire i centri di ogni persona. Quando trattiamo le persone a livello medico, trattiamo l’albero dall’esterno, trattiamo le foglie, diciamo. Ma per curare davvero l’albero dovete agire sulle radici, ed io parlo delle radici dentro di noi, l’Albero della Vita dentro di noi.
Vi stupirà che persino Maometto abbia descritto Qiyama: Qiyama indica il tempo della resurrezione. “Quando verrà il tempo della resurrezione, le vostre mani parleranno e daranno testimonianza contro di voi”. Tutti hanno parlato di questo tempo, dell’Ultimo Giudizio, e questo Kali Yuga determinerà l’avvento del Satya Yuga. Ma il punto è quanti sono disposti a dedicarsi a questo. Migliaia e migliaia di persone andranno in luoghi esasperanti, ma non seguiranno la realtà. Credo che per comprenderlo occorra una specie di intelligenza divina.
Vi stupirà, ma ho scoperto che la Russia è il Paese più ricettivo a questo, perché non sono così materialisti. Non hanno questo genere di libertà, ma hanno la libertà di andare dentro di sé. Persone molto introspettive, anche i loro scrittori: io li leggo sempre, Tolstoi e tutti loro. Sono tutti molto introspettivi. Vi stupirà sapere che abbiamo sempre dovuto organizzare i programmi in un grande stadio, e nonostante ciò c’erano sempre moltissime persone sedute fuori. In un posto chiamato Togliatti ci sono almeno ventiduemila sahaja yogi. E quando ero lì è avvenuto questo colpo di stato[5], così ho chiesto: “Non ne siete turbati?” Mi hanno risposto: “Madre, che c’è da essere turbati? Noi siamo nel Regno di Dio, non apparteniamo a questo regno.”
Cose bellissime stanno accadendo in tutto il mondo. Noi indiani abbiamo altri problemi, siamo molto condizionati. Abbiamo grandi ideali dinanzi a noi, ma non aspiriamo mai ad essere come loro. Adoreremo Rama, adoreremo un guru, ma cosa siete riusciti ad ottenere dentro di voi? Vi attaccate a qualcosa, ma che ne dite di avere voi qualcosa? Sahaja Yoga è questo. Finché non conoscerete voi stessi, non conoscerete Shri Rama, non conoscerete nessuno.
L’altro giorno ho visto un libro su Sahaja Yoga scritto da un folle. Costui nega l’esistenza di Krishna, nega l’esistenza di Rama, nega l’esistenza di Gesù, di tutti. Ho detto: questo pazzo ha un atteggiamento per niente scientifico. Senza aver sperimentato, come si possono dire queste cose? Si affermano senza conoscerle. Se io mi mettessi a descrivere Madras senza esserci mai stata, come mi definireste?
Allo stesso modo, molti hanno scritto a proposito di Dio, poiché non c’è alcuna legge che proibisca di scrivere, si può scrivere qualsiasi assurdità. Ma finché non accediamo alla verità, non sapremo chi è un falso guru e chi no. Potreste chiedermi: “Madre, è un falso guru quello? È un falso guru?” Io risponderei: perché dovreste credere a quello che dico io? Se dico che non lo è, vi metterete a discutere con me. Se dico che lo è, allora mi crederete. Questo non è necessario. Voi conoscerete voi stessi e, grazie a questo, conoscerete la verità assoluta, poiché il vostro Spirito è assoluto. Vi dà la verità assoluta.
Domani vi parlerò ancora dello Spirito, penso che per oggi sia sufficiente. Dovremmo avere...Penso che se volete possiamo avere l’esperienza della realizzazione del Sé. Basta un attimo. Prima dovreste essere pronti e chiederla, e la otterrete tutti. Naturalmente avrete in testa delle domande. L’ultima volta che sono venuta a Madras, tutto il tempo è passato a rispondere a domande, domande, domande, domande. Ma adesso vi chiederei, se avete domande, di metterle da parte, potete scriverle. Domani risponderò a tutte le vostre domande, ma adesso, per favore, cercate, se possibile, di ricevere la realizzazione. Molte grazie.
Direi che, se volete uscire per cinque minuti, potete uscire tutti e poi tornare, va bene, ma non parlate, solo questo.
Non vi ho parlato del terzo tipo di movimento che abbiamo avuto nel nostro Paese, ossia quello dei Nath Panthis. I giainisti hanno Adi Nath, e da lì è nata una deviazione. Si riteneva che un guru dovesse dare la conoscenza ad un’unica persona – come (Raja) Janaka ebbe soltanto Nachiketa – fino all’epoca di Gyaneshwara, nel dodicesimo secolo. Gyaneshwara era il discepolo del fratello, Nivritinath, ed essi patirono grandi sofferenze. Egli chiese a Nivritinath un’autorizzazione: “Lascia che io riveli a tutti la verità. Ne parlerò soltanto, non farò nulla, ne parlerò soltanto”. Perché tredicimila o quattordicimila anni fa Markandeya descrisse la Kundalini. Poi venne Adi Shankaracharya e anche lui descrisse la Kundalini, ma tutto in lingua sanscrita. E la conoscenza del sé in sanscrito non era alla portata della gente comune, e quelli che conoscevano il sanscrito non volevano dedicarsi alla conoscenza del sé. Perciò questa conoscenza fu sempre mantenuta segreta.
Ma (Gyaneshwara) chiese (di renderla pubblica, ndt) e, in seguito, scrisse il Gyaneshwari, che non è altro che una specie di (Bhagavad) Gita in marathi, che egli ampliò e abbellì con molta poesia. Nel sesto capitolo del Gyaneshwari descrisse molto chiaramente la Kundalini. Ma il sesto capitolo fu anche mutilato e fu definito nishiddha, ossia da non leggere, dalle persone responsabili della religione; responsabili – si fa per dire – della nostra ascesa. Dissero: “Non dovete leggerlo o avrete problemi”. Così questo capitolo fu proibito e nessuno cercò di saperne di più, ma a quel punto nacquero i Nath Panthis. Da questi sono venuti Kabir, Nanaka. Nanaka parlò dei khalis. Khalis significa puro, nirmal. I sahaja yogi sono nirmal. Se qualcuno fa cattivo uso di qualcosa, si vede chiaramente, ed un santo non può essere così. Le persone khalis non possono essere così, non possono essere violente.
Si tratta di amore. È un amore assolutamente nirvaj, senza alcuna ricompensa. È un amore illimitato. È un amore che non fa discriminazioni. È come l’energia che nella pianta sale, o meglio, la linfa che nella pianta sale e raggiunge diverse aree: le foglie, i rami, i fiori, i frutti, e poi torna indietro. Non si attacca ad un’unica cosa. Se lo facesse, ciò comporterebbe la morte di quella zona e la morte dell’albero.
Pertanto, dobbiamo comprendere che tutte queste grandi incarnazioni, veggenti e profeti, vennero tutti su questa terra sullo stesso Albero delle Vita. Dovete credere a tutti loro. Se iniziate a credere in loro, in tutti loro, dove sarà la disputa? Ma quelli che credono ad uno soltanto devono litigare, ed è per questo che non hanno simpatia per noi: perché noi crediamo in tutti. È non si tratta soltanto di una convinzione, ma è la verità.
Ora, a questo punto devo dirvi che è un processo evolutivo vivente, l’ultimo salto. Voi non avete fatto niente per diventare esseri umani; allo stesso modo, questo è senza sforzo, è sahaj. L’unica cosa che vi dirò è come nutrire i vostri centri, per rendere più facile l’ascesa della Kundalini. È molto semplice, dovreste farlo tutti. Qui, ora, non dovete guardare gli altri, ma voi stessi. Dovete togliervi le scarpe, sarebbe un’ottima idea sentire la Madre Terra, perché essa assorbe in continuazione i nostri problemi, specialmente in questa nostra Yoga Bhumi[6]. Non ci rendiamo conto di quanto siamo grandi per essere nati in questo Paese. Lo hanno gettato nel caos, ma non ha importanza. Se il Ram Raja (regno di Rama, regno divino, ndt) deve arrivare, esso giungerà qui, non in senso politico ma spirituale.
Come vi ho detto, non dovete fare nulla. Non dovete fermare i pensieri, non dovete fare alcuno sforzo, non dovete recitare mantra, niente. La Kundalini farà il lavoro: lei vi conosce benissimo e ci riuscirà. Abbiate soltanto fiducia in voi stessi, piena fiducia di ottenere la realizzazione. Sentirsi colpevoli è qualcosa di innaturale, qualcosa che ritengo ci sia arrivato dalle persone che ci ripetono: “Siete peccatori, siete questo, siete quello”. Ai miei occhi nessuno è un peccatore. Siete smarriti, siete ignoranti, ma nessuno è un peccatore.
Pertanto dobbiamo capire che dobbiamo rispettare noi stessi poiché siamo gloriosi, fantastici. Poiché non siamo connessi, sembriamo (qualcosa di diverso, ndt), ci disprezziamo, gli altri possono disprezzarvi. Ma siete esseri umani, siete l’epitome dell’evoluzione. E adesso è necessario un piccolo salto, simile proprio ad una connessione, e sono sicura che conoscerete il vostro Sé.
Dopo aver ottenuto il risveglio della vostra Kundalini ed il suo attraversamento dell’area dell’osso della fontanella, inizierete a percepire la brezza fresca sulle mani. Questo è chaitanya. Nella Bibbia è descritta come le brezza fresca dello Spirito Santo, nel Corano è chiamata Ruh. Dopodichè inizierete a percepire la brezza fresca fuoriuscire dalla testa. Una volta che inizi ad uscire dalla testa, vi sentirete molto rilassati, pacifici e gioiosi. Moltissimi dopo questa esperienza si mettono a ridere. Dovreste ridere, il mondo è fatto per la vostra gioia. E adesso dovete entrare nel Regno di Dio, che non è soltanto gioia, che non è soltanto pace, ma uno stato di beatitudine.
Penso che se indossate qualcosa di stretto o vicino al collo sia meglio che lo allentiate un po’, se vi dà fastidio. Potete anche togliere gli occhiali, sarebbe... ma dopo, quando ve lo dico io, non adesso; perché dopo chiuderete gli occhi e non dovrete aprirli. Per prima cosa, vi mostreremo come aiutare voi stessi, tanto per cominciare. In questo modo conoscerete anche i vostri centri. Lavoreremo sul lato sinistro.
Innanzitutto, dovrete rivolgere la mano sinistra verso di me in questo modo, sul ginocchio, comodamente. Pensate un po’, non dovete recarvi sull’Himalaya, non dovete fare niente del genere, ma dovreste ricevere la realizzazione comodamente seduti sulla vostra sedia. Questo è un vostro diritto. Mettete la mano sinistra in questo modo. Ora, con la mano destra dobbiamo nutrire i nostri centri sul lato sinistro.
Per prima cosa appoggiamo la mano sul cuore, poiché qui è riflesso lo Spirito. Lo Spirito è il riflesso di Dio Onnipotente. Poi scendiamo alla parte superiore dell’addome, sul lato sinistro. Questo è il centro della nostra maestria. Se siete lo Spirito diventate maestri di voi stessi, non vi occorre nessun maestro; il vostro Spirito vi guida.
Poi scendete fino alla parte inferiore dell’addome, dalla parte sinistra. In questo modo ottenete la conoscenza sul vostro sistema nervoso centrale. Questo è il centro che vi dà la pura conoscenza, shuddha vidya, che agisce sul vostro sistema nervoso centrale. Poi riportate di nuovo la mano in alto, sulla parte sinistra del vostro addome, che è il centro del principio del guru, e premete. Se siete stati da qualche falso guru o altro, si può correggere. Poi dovete appoggiare nuovamente la mano destra sul cuore.
Adesso dovete mettere la mano nell’angolo fra il collo e la spalla e girare la testa verso destra. Questo è il centro che si blocca quando vi sentite colpevoli. Quando vi sentite in colpa questo centro si blocca. Ciò vi provoca molte malattie fra cui l’angina ed anche la spondilite; e molte altre cose accadono agli organi, poiché diventano letargici. Perciò la cosa migliore è appoggiare bene la vostra mano in questo punto ed inclinare la testa verso destra così.
Poi per favore portate la mano destra sulla fronte e piegate la testa il più possibile. Questo è il centro dove dovete perdonare, perdonare tutti senza pensare a chi dovete perdonare. Che perdoniate o no, voi non fate nulla, è una nostra idea. Ma se non perdonate cadete in mani sbagliate. Perciò mettete la mano così – questo è il centro del perdono – senza pensare alle persone che dovete perdonare, o che vi hanno fatto del male. L’Agnya chakra è molto importante poiché è molto stretto, e se non perdonate, la Kundalini non potrà passare, non potrà salire. Perdonate.
Adesso mettete la mano destra sulla nuca. Tutto questo lo faremo dopo, adesso vi sto soltanto mostrando i chakra. Ora, poiché vi sentite sempre colpevoli e pensate sempre di aver fatto qualcosa di sbagliato, la cosa migliore è chiedere perdono al Potere divino; e questo centro è qui, sulla nuca.
Adesso tendete bene la mano e appoggiate il centro del palmo sopra l’area dell’osso della fontanella, detto talu, che era morbido durante l’infanzia; proprio lì. Tendete bene le dita all’indietro, così da esercitare una buona pressione sulla cute, una buona pressione sulla cute. Ora per favore chinate la testa il più possibile. E adesso dovete muovere lentamente il cuoio capelluto, per sette volte, in senso orario. Premendo, tendete le dita all’indietro, altrimenti non si eserciterà alcuna pressione. Fatto.
Innanzitutto dobbiamo avere fiducia in noi stessi, rispetto ed amore per noi stessi. Mettiamo ora la mano sinistra così, appoggiate i piedi separati uno dall’altro e chiudete gli occhi. Appoggiate la mano destra sul cuore, per favore, appoggiate la mano destra sul cuore. Questo è il centro del vostro Spirito, qui risiede lo Spirito. Potete rivolgermi una domanda per tre volte, nel cuore, come fareste ad un computer – potete chiamarmi Shri Mataji o Madre, comunque vogliate – “Madre, sono io lo Spirito?”. Chiedetelo per tre volte. “Madre, sono io lo Spirito? Shri Mataji, sono io lo Spirito?”.
Se siete lo Spirito, diventate maestri di voi stessi. Pertanto, per favore, portate la mano sulla parte superiore dell’addome, dalla parte sinistra, e premete forte. Adesso qui fate ancora una domanda: “Madre, sono io il maestro di me stesso?”. Per favore, chiedetelo per tre volte nel cuore, con piena fiducia: “Madre, sono io il maestro di me stesso?”. Lo siete, ma fatemi questa domanda.
Io rispetto la vostra libertà e non posso imporvi la pura conoscenza, dovete chiederla. Ora dunque dovete spostare la mano destra sulla parte inferiore dell’addome, sul lato sinistro, e premere forte. Adesso qui dovete dire: “Madre, per favore, donami la pura conoscenza, shuddha vidya. Shri Mataji, donami shuddha vidya”. Per favore ditelo sei volte, poiché questo centro, lo Swadishthan, ha sei petali. “Per favore, donami shuddha vidya, la pura conoscenza”.
Non appena chiedete la pura conoscenza, la Kundalini inizia a salire. Ma voi dovete facilitarne il movimento aprendo i chakra superiori con la vostra fiducia in voi stessi. Quindi, per favore, portate ora la mano destra sulla parte superiore del vostro addome, dalla parte sinistra, e premete forte. Tenete i piedi separati. Qui dovete ripetere per dieci volte, con piena fiducia in voi stessi: “Madre, io sono il maestro di me stesso”. Per favore, dite: “Madre, io sono il maestro di me stesso. Madre, io sono il guru di me stesso”. Perché tutti i grandi guru, satguru, hanno creato questo centro per la vostra ascesa. E la Madre vuole sempre che i suoi figli abbiano non solo ciò che lei ha, ma che abbiano molto più di lei.
Ora, fin dall’inizio devo dirvi che non siete questo corpo, non siete questa mente, non siete queste emozioni, né questi condizionamenti e questo ego, ma siete puro Spirito. Perciò adesso portate la mano destra sul cuore e ripetete, con piena fiducia, per dodici volte: “Madre, io sono il puro Spirito. Madre, io sono il puro Spirito” – per dodici volte – “Madre, io sono shuddha atma”. Dovete dirlo con piena fiducia.
Devo dirvi che questo potere divino onnipervadente è l’oceano di conoscenza, è l’oceano di compassione e beatitudine. Dovete dire con piena fiducia: “Madre, non sono colpevole di nulla”. Per favore, ripetetelo per sedici volte. Dovete dire: “Shri Mataji, io sono nirdosha, io sono nirdosha”. Per favore, ditelo sedici volte. Ditelo per mia soddisfazione.
Ora poggiate la mano destra sulla fronte. Vi ho già detto che, sia che perdoniate sia che non perdoniate, voi non fate nulla. Quindi adesso chinate la testa il più possibile e qui, con completa umiltà, perdonate tutti. Perdonate e basta: non pensate a chi vi ha infastidito e tormentato, perdonatelo e basta. Questo è il modo migliore per liberarsi del fardello, perché se non perdonate cadete in mani sbagliate. Adesso ditelo dal cuore; non importa quante volte, ma, per favore, ditelo dal cuore. Molti dicono che perdonare è molto difficile, ma cosa c’è di difficile? Si tratta soltanto di dirlo.
Ora portate la mano destra sulla nuca, e inclinate la testa all’indietro più possibile, inclinatela all’indietro più possibile. Qui dovete dire dal cuore: “Oh, Potere divino, se ho fatto qualcosa di sbagliato per favore perdonami. Se inconsapevolmente ho commesso qualche errore, per favore perdonami”. Dite anche questo dal cuore.
Ora tendete completamente la mano e appoggiate il centro del palmo sopra l’area dell’osso della fontanella, che era morbido durante l’infanzia. In sanscrito è chiamato talu, talavyam. Ora chinate la testa il più possibile. E ora, per favore, provate a muovere la cute esercitando una pressione, tendendo verso l’esterno le dita. Per favore, tendete in fuori le dita, fate una certa pressione, e muovetela per sette volte in senso orario. Di nuovo, non posso imporvi la realizzazione del Sé, dovete chiederla. Perciò, nel muovere la mano, ripetete per sette volte: “Madre, per favore, donami la realizzazione del Sé. Madre, per favore, donami la realizzazione del Sé”. Io non posso imporla a nessuno.
(Shri Mataji soffia nel microfono per sette volte)
Per favore, abbassate le mani. Aprite gli occhi molto lentamente. Ora rivolgete la mano destra verso di me in questo modo, chinate la testa e verificate da soli se c’è una brezza fresca che fuoriesce dalla testa. Sentite sull’osso della fontanella. Alcuni la sentono molto vicino ma non proprio sopra, un po’ più lontano, mentre altri l’avvertono come un getto, alquanto lontano. È anche possibile che sia una brezza calda, potrebbe anche essere calda. Se non avete perdonato, sarà sicuramente calda.
Adesso per favore rivolgete la mano sinistra verso di me. Ora chinate nuovamente la testa e verificate se vi è una brezza fresca o calda che fuoriesce dalla vostra testa. Dovete certificare voi stessi; Sahaja Yoga è diventare qualcosa, come vi ho detto non esistono certificati. Forse alcuni sentono una brezza calda, ma non ha importanza. Ora, per favore, riportate la mano destra verso di me, chinate la testa e verificate di nuovo. Non appoggiatela sulla testa ma un po’ più su, lì la sentirete, un po’ più lontano. Ora per favore rivolgete tutte e due le mani così verso di me, guardatemi senza pensare. Potete farlo.
Tutti coloro che hanno percepito una brezza fresca, o anche calda, sulla punta delle dita, e quelli che l’hanno sentita sulle mani o sopra l’osso della fontanella, o in entrambi i punti, per favore, alzino entrambe le mani. Per favore, alzate entrambe le mani.
Oh, Dio vi benedica. La maggioranza di voi l’ha ricevuta. La maggior parte di voi l’ha ricevuta. Ora non discutetene, perché se scendete al livello mentale la perderete. Gioite e basta. Vorrei che stanotte dormiste in pace. Domani telefonate ai vostri amici e parenti; perché non si può pagare per questo e non c’è niente da fare, vi appartiene. Come la Madre Terra che non fa pagare i semi per farli germogliare. Questo è anche il vostro purva punya[7]. Quelli che non l’hanno ricevuta, la riceveranno domani. Quindi, per favore, venite tutti e chiamate i vostri amici. Questa è la cosa migliore che possiate dare a chiunque. Questo è ciò che stavamo aspettando. Che Dio vi benedica.
Per favore, tornate domani. Vi spiegherò la natura dello Spirito, che cos’è lo Spirito.
...(Guardate che cosa ho fatto proprio ora...) Lui vuole che veniate tutti a prendere il darshan. Ora io sono seduta dinanzi a voi, è questo il darshan. Non è necessario toccare i miei piedi, non è necessario. Domani vedremo...(Tu lo desideri così tanto, ma non è necessario. Per questo ci sono i politici!).
Per favore, domani portate le vostre domande. Per favore, portate le vostre domande, sarò lieta di rispondere.
[1] Letteralmente ‘praticante di una sadhana’, cioè di una pratica spirituale.
[2] Devozione.
[3] Guru Granth Sahib: Testo sacro della religione Sikh. Scritto in parte da Guru Gobind Singh, e' tutt'oggi considerato come l'ultimo e permanente guru dei Sikh. In India, ma anche nel resto del mondo dove si trovano templi Sikh, viene trattato e rispettato come una persona. Gli viene offerto del cibo in concomitanza con i pasti e viene messo a riposare la notte in una stanza apposita, dove tabacco, carne e alcol sono strettamente proibiti.
[4] Otto aspetti di Hatha Yoga (v. il discorso ‘Il sistema sottile’ del 1982).
[5] Il putsch di Mosca fu un colpo di stato che ebbe luogo nella capitale russa durante l'agosto del 1991, in cui alcuni membri del governo sovietico tentarono di deporre il presidente Mikhail Gorbaciov e prendere il controllo della nazione. Il suo fallimento e i risvolti politici che ne seguirono, segnarono la dissoluzione dell'Unione Sovietica.
[6] Terra dello Yoga.
[7] Purva punya: insieme dei meriti spirituali accumulati nelle vite precedenti.